Matteo Salvini ha firmato il decreto per la semplificazione della documentazione antimafia relativo alla ricostruzione del ponte Morandi. Oggi, infatti, è entrata in vigore la legge di conversione del decreto legge per Genova. Il ministro dell’Interno aveva due settimane di tempo a partire da oggi per dare il via libera al suo decreto. “Genova merita risposte immediate, non possiamo permetterci di perdere nemmeno un’ora”, dice il titolare del Viminale.

Il decreto firmato da Salvini, in pratica, prevede procedure più semplici per il rilascio della certificazione antimafia alle aziende. Per questo motivo, Raffaele Cantone l’ha definito come una “deroga“. “Il rischio della deroga è che ogni opera pubblica venga fatta con regole diverse. Naturalmente le deroghe rappresentano uno strumento emergenziale col quale è molto più facile fare operazioni poco chiare, possono favorire la corruzione, possono favorire le infiltrazioni mafiose”, ha detto il presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione ad Agorà su RaiTre. “Ricordiamolo – ha aggiunto – dietro l’emergenza c’è sempre un grande rischio di speculazione. Mi auguro che a Genova questo non avvenga, il commissario sta facendo molto per evitarlo, ha chiesto anche a noi un intervento che faremo”. Per il numero uno dell’Anticorruzione “la deroga al decreto Genova rischia di creare problemi al commissario che non ha un quadro di regole, ma soprattutto rischia di creare un meccanismo che rappresenti l’inizio di ulteriori deroghe. Siccome ognuno giustamente crede che il problema che riguarda casa propria sia il più grave, una volta che si è creato questo meccanismo di deroghe, c’è sicuramente il rischio enorme che venga ripetuto“.

Difende il decreto firmato dal suo leader di partito, Edoardo Rixi. “Grazie alla firma da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini al decreto per la semplificazione della documentazione antimafia, il commissario Marco Bucci potrà usare procedure più snelle per l’affidamento dei lavori per la ricostruzione del Ponte Morandi e dare quelle risposte che Genova e i genovesi aspettano, in tempi veloci, per poter ripartire”, dice il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti.

E dire che il decreto firmato oggi da Salvini è una soluzione che cerca di seguire le critiche fatte proprio da Cantone. In origine, infatti, nel decreto Genova si prevedeva che il commissario Marco Bucci operasse “in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale”. In pratica bypassando tutto il codice Antimafia. “La deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive“, aveva fatto notare Cantone. “Non ritengo di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how”, continuava il numero dell’Anticorruzione. In Parlamento, dunque, il governo del M5s e della Lega aveva depositato e approvato un emendamento che obbligava il commissario a operare in deroga “ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale  fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi Antimafia“, oltre ai “vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea“.

Per non rallentare troppo le pratiche burocratiche, però, si era deciso di varare un decreto del Viminale per introdurre “speciali misure amministrative di semplificazioni per il rilascio della documentazione antimafia, anche in deroga alle relative norme”. Quello firmato oggi da Salvini che per Cantone rischia comunque di favorire i clan.

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