Statue dorate di cavalli, tigri in marmo e vasi cinesi ad altezza d’uomo. E poi baldacchini, specchi enormi e bagni in marmo, oltre ad alcuni saloni con le decorazioni sul soffitto. È il lusso ostentato dai Casamonica in una delle 8 ville abusive sgomberate nella notte dalla Polizia locale di Roma nel corso del maxi-blitz che ha coinvolto oltre 500 agenti. Nelle abitazioni, alcune da abbattere dal 1977 ma delle quali lo Stato non aveva mai preso possesso, c’è la fotografia di come le famiglie del clan sinti manifestavano la loro ricchezza.

Tutto nelle insenature dell’Acquedotto Felice, la più grande opera idrica mai realizzata nella Roma medioevale. Le loro abitazioni, poco visibili dalla strada principale e ben nascoste dai resti e dalla vegetazione, oggi sono state sgomberate e nel giro di un mese verranno demolite. Nel quartiere nessuno si è mai meravigliato dello scempio operato da quelle ville, da quelle case arredate con mobili sfarzosi interamente laccati d’oro, con statue che spuntano ovunque e drappeggi di velluto. Una di queste abitazioni ‘ruggisce’ sin dall’entrata: sul cancello c’è un cartello gigante con un cane cattivo e rabbioso. Un chiaro messaggio per chiunque si avvicini. Infatti mai nessuno si è davvero avvicinato da quelle parti.

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