Quando le auto a guida autonoma saranno in circolazione, i ladri di automobili dovranno faticare parecchio. Contestualmente alla denuncia, basterà che il proprietario autorizzi le forze dell’ordine a prendere il controllo remoto forzato dell’auto. La vettura potrà bloccarsi come un mulo intestardito, oppure correre come un cavallo imbizzarrito verso la stazione di polizia più vicina.

Lo scenario al momento, più che la realtà, ricorda un po’ un episodio di Kitt della serie TV Supercar, quando Michael Knight (al secolo David Hasselhoff) “chiamava” l’auto e lei lo raggiungeva. Forse la realtà non sarà così scenografica, ma a quanto pare sarà altrettanto efficace. Tesla, Audi, Mercedes e Toyota stanno già conducendo delle sperimentazioni con alcuni modelli delle attuali vetture dotate di “assistenza evoluta alla guida” (non si possono ancora definire autonome). Il responso è che sarà possibile fermare le auto o condurle verso specifiche destinazioni.

La Jeep Cherokee protagonista di un sabotaggio al computer di bordo

 

Quando si potrà ottenere questo servizio? In maniera limitata certi interventi si possono già fare. Un esempio su tutti è quello di General Motors, che ha equipaggiato circa 17mila modelli di alcune sue linee del 2009 con un sistema di blocco dell’iniezione. Si attiva in caso di furto da una centrale operativa Onstar.

Quando avremo le “vere” auto a guida autonoma, ossia quelle di Livello 5, tutto sarà possibile. Parliamo di una comodità a tutto tondo che non solo ci permetterà di leggere il giornale mentre l’auto ci porta in ufficio, ma di veicoli che cercheranno da soli il parcheggio, che ci verranno a prendere davanti alla porta e che, sì, befferanno i ladri.

Sempre che gli hacker non riescano a prendere il controllo del computer di bordo, com’è accaduto a una Jeep Cherokee e con una vettura Toyota. In entrambi i casi sono stati dei ricercatori per la sicurezza a sabotare i computer di bordo, per valutare i rischi delle auto del futuro. Quello che è evidente è che, come sempre, l’evoluzione tecnologica porterà con sé benefici ma anche problemi da gestire. Il fatto che i ricercatori siano già all’opera per prendere contromisure indica che il rischio esiste ed è concreto. Speriamo che lo siano altrettanto le misure che adotteranno!

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