Salvini ha auspicato un inceneritore per ogni provincia in Campania? Veramente lui è andato a Napoli per il comitato sull’ordine pubblico e la sicurezza, che peraltro compete al suo ministero. Salvini non ha particolare competenza in campo ambientale, che spetta invece al ministro dell’Ambiente Costa, né credo che conosca la reale situazione e la storia dei rifiuti in Campania”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24Mattino, su Radio24, dalla senatrice M5s Vilma Moronese, presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Territoriali al Senato.

E spiega: “I problemi sui rifiuti in Campania sono essenzialmente due: lo smaltimento illecito, che nel corso degli anni si è trasformato nei roghi dei rifiuti speciali e industriali nelle periferie, e l’incendio degli impianti, fenomeno che, peraltro, coinvolge tutto il territorio nazionale. Quindi, il problema non è la mancanza di impianti, ma gli incendi provocati su questi impianti che in Campania sorgono come funghi, grazie anche alle autorizzazioni che la Regione Campania rilascia, secondo me, con una superficialità e una velocità imbarazzanti. Dietro questi impianti” – continua – “ci sono spesso le stesse società o società con nomi nuovi, ma con gli stessi soggetti che sono stati già coinvolti in procedimenti giudiziari relativi a illeciti sui rifiuti. Riguardo a quello che è di competenza al ministro Salvini, lo invito e lo esorto a mettere in atto provvedimenti nei confronti di questi soggetti, i quali, grazie anche alla compiacenza di colletti bianchi e di amministratori e funzionari pubblici, hanno messo su questo sistema criminale dei rifiuti. E’ questo il punto su cui bisogna battere”.

La senatrice aggiunge: “Nelle scorse legislature, come nel 2015, sono state inserite delle norme per continuare a dare incentivi ai termovalorizzatori. Ma chiediamoci perché questi impianti vengono incendiati. Per due motivi: o perché si devono togliere le prove di rifiuti acquisiti in quantità superiore a quanto autorizzato o perché si vogliono convogliare i rifiuti verso determinati impianti in modo da far sembrare che si abbia bisogno di altri termovalorizzatori. Questi incendi hanno proprio una finalità imprenditoriale. È un business enorme.  Si vuole creare un’emergenza che invece non c’è, non c’è bisogno di altri impianti, bastano quelli che abbiamo Il punto è capire chi beneficia di questi incendi e di questi impianti”.

Moronese sottolinea: “Le direttive europee ci dicono che quello dell’incenerimento dei rifiuti è ormai una tecnica obsoleta e che si deve mirare all’economia circolare, al riuso, al riciclo. E con gli inceneritori facciamo un passo indietro. Non esiste proprio”.

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