Il prossimo smartphone di fascia alta dell’azienda cinese Huawei avrà in dotazione quattro fotocamere. Se vi sembravano tante le tre presenti sui modelli P20 Pro e Mate 20 Pro dello stesso produttore, vi starete chiedendo: a che cosa serve la quarta? Al momento non c’è una risposta precisa sulla funzione che Huawei intende associare al quarto sensore. Però possiamo farci un’idea prendendo spunto dal Galaxy A9, l’unico smartphone al momento in circolazione con 4 fotocamere posteriori. Di queste, la quarta serve per la profondità di campo. Altrimenti detto, l’ampiezza dell’area in secondo piano in cui gli oggetti nella foto appaiono comunque nitidi (a fuoco). È di supporto alla fotocamera principale, e la sua funzione è unicamente quella di aiutarla a stabilire in maniera più precisa la posizione del soggetto nella scena che si vuole fotografare.

A cosa servono gli altri tre sensori lo sappiamo già, basta analizzare la dotazione del P20 Pro. Il sensore principale è il componente a cui è affidato il lavoro più grosso. È quello che in una reflex definiremmo l'”obiettivo standard”, che ha il compito di catturare le immagini alla massima risoluzione possibile e con colori realistici e brillanti. Ecco perché, fra tutti i sensori fotografici presenti sui telefoni, è quello con il maggior numero di megapixel (40 nel caso del P20 Pro).

Per quanto riguarda il secondo sensore ci sono due possibilità. Tipicamente è uno strumento che non cattura i colori, e ha l’unica funzione di far entrare la quantità maggiore possibile di luce. Serve per avere il massimo della luminosità, che è fondamentale, per esempio, nelle foto in notturna. Volendo portare avanti il paragone con la reflex, potremmo metterlo sul piano di un obbiettivo a focale corta con un’apertura elevata (per esempio un valore pari a f 1,2).

A partire dal modello Mate 20 Pro, però, Huawei ha rimpiazzato questa soluzione con un sensore grandangolare. In sostanza è un’ottica con un angolo di ripresa più ampio rispetto allo standard. Si usa tipicamente per i panorami o per fotografare soggetti molto grandi, come gli edifici, ma torna utile anche per ritrarre a gruppi numerosi di persone, senza doversi allontanare troppo. Riteniamo possibile che il prossimo smartphone Huawei replichi questa soluzione, piuttosto di tornare a quella monocromatica.

Il terzo sensore serve per lo zoom; quando lo usate, è come se in una fotocamera tradizionale montaste un teleobiettivo. zoomando l’immagine da fotografare è proprio questo componente che lavora, “avvicinando i soggetti”.  In questo frangente c’è la seconda novità annunciata da Huawei. Mediamente i sensori di questo tipo consentono uno zoom ottico pari a 3x, ossia pari a 3 volte l’ottica standard. Huawei intende migliorarlo fino ad arrivare a 10x.

Tecnicismi a parte, le novità di Huawei (confermate ufficialmente da Walter Ji, Presidente del Consumer Business Group per l’Europa) sono un chiaro segnale del fatto che chi acquista un nuovo smartphone dà sempre più importanza alla qualità delle foto che scatta, più che ad altri aspetti. Il prossimo top di gamma del produttore cinese in questo promette scintille, non resta che aspettare per vederle. L’appuntamento è probabilmente dopo il Mobile World Congress 2019, che si terrà a marzo.

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