Papa Francesco alcuni mesi fa ha detto: “La tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità. È una schiavitù di oggi”. La legge italiana prevede la non punibilità di chi si prostituisce e prevede i reati di sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione; la prostituzione minorile (articolo 600 bis) è punita con la reclusione da sei a dodici anni, e chiunque compie atti sessuali con un minore in cambio di denaro o altra utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno a sei anni. La prostituzione però è vietata in alberghi e in qualunque locale aperto al pubblico; è reato anche quando il cliente e la prostituta compiono atti osceni in luoghi pubblici se in presenza di minorenni o vicino a scuole, parchi giochi, ecc.

La prostituzione in sé è violenta, le donne che si prostituiscono sono più soggette a traumi sessuali, fisici e psichici, alla perdita di autostima e a un tasso di mortalità superiore rispetto al resto della popolazione. Numerosi studi internazionali dimostrano che la legalizzazione porta a un aumento della domanda – e quindi della prostituzione e della tratta internazionale di donne e di minori – e che non ha portato alle entrate fiscali sperate, rimanendo sempre in gran parte gestito dalla criminalità organizzata.

In Italia, per contrastare la prostituzione e la tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale, sul modello nordico (adottato nei Paesi del nord Europa, e che ha portato a un calo delle persone che si prostituiscono) dove è esclusa la punibilità delle prostitute in quanto riconosciute come vittime degli sfruttatori, dei trafficanti e dei clienti, c’è chi propone di modificare l’articolo 3 della legge Merlin del 20 febbraio 1958, n. 75 con l’introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di persone che esercitano la prostituzione: l’acquisto di servizi sessuali comporterebbe una multa di 2.500-10.000 euro, e in caso di reiterazione del reato con la reclusione fino a un anno.

Nelle mie lezioni sulla prevenzione primaria delle violenze contro le donne, faccio ai ragazzi/uomini queste domande: perché andare con una prostituta? Perché umiliarsi a pagare una donna per fare sesso? Possibile che gli uomini che “vanno” con prostitute non pensano ai rischi di eventuali malattie?

Poi spiego che andare con una prostituta significa sì fare del “sesso” (uno stupro consenziente?), ma non è fare l’amore, è solo “scopare” pensando a se stessi, l’amore invece si può fare solo con un essere umano, una persona. Infatti fare sesso con il partner che si ama non è “scopare”, ma è “fare l’amore” (per fare godere il partner) e questo significa che l’amore e il rispetto sono reciproci, non c’è uno sfruttamento sessuale dell’altro, nessuno si sente usato, umiliato o considerato un oggetto, c’è una migliore conoscenza reciproca, e saremo soddisfatti veramente, quindi: perché fare sesso con una sconosciuta a pagamento, quasi sempre una schiava?

Si deve eliminare la cultura della donna oggetto sessuale, il pene non deve essere più il simbolo della potenza maschile, non si deve più fare credere ai maschi che saranno adulti e uomini dopo aver messo il loro pene o eiaculato in una vagina. Un uomo deve sapere che in certi momenti se si trova da solo e ha bisogno di uno sfogo, si deve masturbare (ma si deve prima insegnare a tutti che questo è normale a qualsiasi età) e non deve umiliarsi a chiederlo a una prostituta, che chiaramente finge e lo fa solo per denaro o perché costretta: gli uomini si illudono se pensano che piaccia anche a lei o che sono accettati non per i soldi o di poter possedere il corpo di una donna. Come si illudono se pensano che staranno meglio dopo “averlo fatto” con una prostituta o con ragazzini/e o dopo aver violentato qualcuno; inoltre con la masturbazione una volta eiaculato, con l’appagamento, si placano anche gli eventuali istinti violenti. Prostituzione, violenze, pedofilia, razzismo, bullismo, ecc. si eliminano con la prevenzione primaria, con l’educazione all’amore e a fare l’amore, che si deve fare in tutte le scuole (invitare i genitori), università, biblioteche, associazioni, circoli, Cas, ecc.

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