L’intelligenza artificiale ha un volto: si chiama Furhat ed è un robot in grado di mostrare espressioni simili a quelle umane, ruotare la testa, seguirvi con gli occhi. Ovviamente parla, ascolta e reagisce di conseguenza. Lo ha realizzato la startup Furhat Robotics di Stoccolma, per far fronte a un’esigenza ovvia. Gli assistenti vocali si stanno diffondendo, ma se avete in casa un dispositivo Amazon Echo o Google Home vi sarete accorti che parlare senza avere un volto a cui fare riferimento è un po’ strano, a volte persino alienante.

Furhat risolve questo impasse dando un volto alle vostre interazioni con l’IA. In buona sostanza, questo robot sfrutta un sistema di proiezione per visualizzare un viso dall’aspetto realistico su uno schermo a forma di testa. La prima volta che date uno sguardo alle animazioni vi sembrerà un po’ inquietante. Nel video qui sotto lo è decisamente meno:

Il viso è programmato per mimare una vasta gamma di espressioni facciali, che si convertono in animazioni grafiche. L’interazione fra voi e Furhat avviene tramite una videocamera grandangolare ad alta fedeltà e microfoni stereo con beamforming, che gli permette di “capire” la provenienza delle onde sonore nell’ambiente che lo circonda. La testa supporta movimenti naturali con tre gradi di libertà.

Se l’aspetto del robot non vi aggrada, sappiate che Furhat è interamente personalizzabile. Si possono modificare l’aspetto del volto, i tipi di espressioni che utilizza, la sua voce. Si possono insomma creare personaggi unici con una particolare personalità, e decidere in quale delle 30 lingue supportate dovrà dialogare con voi. Potete persino decidere di dargli la vostra stessa voce preregistrata, ma ci pare un’opzione piuttosto inquietante!

In realtà la forma nasconde bene la natura di Furhat, che è un computer a tutti gli effetti. Nelle “spalle” del robot infatti c’è un PC vero e proprio, anche abbastanza potente. Il processore è un Intel Core i5 di ultima generazione, affiancato da 8 GB di memoria RAM e da uno spazio di archiviazione di 120 GB. Non gli mancano nemmeno i connettori tipici dei computer, come la presa jack per le cuffie, la presa di rete e i connettori USB. Ecco perché Furhat pesa 3,5 chilogrammi.

L’idea è interessante, peccato che non sia un prodotto in vendita ai consumatori. Oggi solo aziende e organizzazioni possono acquistare Furhat, per interagire con i clienti, occuparsi della formazione dei dipendenti e via dicendo. Però c’è da scommettere che questa tecnologia – che finora abbiamo visto in azione solo nei film di fantascienza – non resterà a lungo “per pochi”. Ne vorreste uno in salotto?

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