“Mi sono dovuta difendere fisicamente dal mio massimo superiore (il presidente Sangalli, ndr) per togliere le sue mani che tentavano l’approccio sul mio corpo”. Scrive così, come riporta il Corriere della Sera, l’ex segretaria di Confcommercio che ha accusato Carlo Sangalli di averla molestata nel 2011 in un messaggio inviato il 20 marzo 2014 a Duilio Aragone, uno dei principali collaboratori dell’81enne che da 12 anni guida l’associazione. Il testo è contenuto in una consulenza tecnico-legale fatta eseguire proprio dalla signora lo scorso settembre, tre mesi dopo la lettera con la quale tre vice della confederazione chiedevano le dimissioni del presidente per ragioni etico-morali e per incompatibilità di carica. Per ‘mettere a tacere la vicenda’, infatti, Sangalli avrebbe versato all’ex segretaria, che non ha mai sporto denuncia, 216mila euro.

Il messaggio è un ulteriore tassello che si aggiunge al complicato intrigo che da cinque mesi sta coinvolgendo i vertici di Confcommercio, che raggruppa oltre 700 realtà imprenditoriali italiane, mettendone a dura prova la dirigenza. Un complotto secondo Sangalli che ha denunciato la stessa ex segretaria, l’ex direttore generale, Francesco Rivolta, presente al momento della firma dell’assegno, poi licenziato, e i 3 vice, Maria Luisa Coppa, Renato Borghi e Paolo Uggé, per estorsione e diffamazione. “Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i più infamanti, contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di difesa. Per questo, pur non avendo alcuna colpa, il presidente ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare”, si legge in una nota di Confcommercio, dove si precisa che il 14 novembre si svolgerà il consiglio direttivo per riorganizzazione interna dopo il licenziamento di Rivolta.

Il messaggio – “Ho dovuto subire proprio da lui un’atroce attenzione sessuale diventata giorno dopo giorno una vera e propria ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata. Ho cercato di ragionare con lui, ho pianto davanti a lui, l’ho supplicato di lasciarmi stare”, scrive ancora la segretaria nell’sms. Una lamentela che Aragone ammette di aver ricevuto ma che, sottolinea, faceva riferimento solo a questioni di sistemazione alberghiera, e che non è mai arrivata a Sangalli.

“Questa vicenda mi ha logorato, per un lungo periodo, nella mente e nel fisico – prosegue la signora -. Sono arrivata spesso a vomitare nel bagno dell’ufficio, ad avere uno stress tale da dover ricorrere per ben due volte al pronto soccorso per tachicardia e pressione altissima”. Si dice “impossibilitata a parlare” e afferma di non aver mai sporto denuncia per “timore di essere coinvolta in uno scandalo”. Fino a quando, si legge ancora nella consulenza tecnica, non si è confidata con alcuni colleghi che l’hanno aiutata. Solo dopo essersi rivolta ai superiori sarebbe stata trasferita nell’ufficio di Rivolta.

Nel messaggio la signora parla anche di una “persecuzione” e della “volontà di lavorare serenamente, come gli altri dipendenti”. “Quindi ora… basta! Ripeto voglio essere lasciata in pace, la mia pazienza è veramente terminata”, scrive infine ad Aragone. Lui risponde di “stare tranquilla” e la mattina seguente, giorno del forum di Confcommercio, le manda un altro sms. “Se questa mattina vuoi parlarmi vorrei dirti alcune cose altrimenti fai come ritieni opportuno”, scrive il revisore.  La signora è stupita e replica: “Ha avuto la sensazione che io non le volessi parlare? Per me quando vuole fa solo bene”. I due si vedono verso le 10,30. A confermare la ‘confessione’ della signora, secondo quanto riporta il Corriere, è Pietro Agen, un ex vicepresidente. “Un collega e amico mi disse che la signora, mesi prima del settembre 2014, gli aveva parlato di molestie sessuali”, dichiara Agen.

Il video – Nella consulenza tecnico-legale non appare solo un sms, ma anche un video. Poche le immagini. A interessare è soprattutto l’audio di una conversazione tra Carlo Sangalli e l’ex segretaria, cominciata attorno alle 10 dell’aprile del 2012, nell’ufficio del leader. I due parlano di questioni di lavoro, poi lei ringrazia il capo per un ‘aumento di stipendio’, ma lui afferma di non esserne il responsabile. A quel punto lei lo sorprende: “Non posso più lavorare per lei. Perché non ce la faccio, perché questa situazione mi sta creando veramente disturbi psicologici”. Sangalli sembra non capire: “Quale situazione?”. La segretaria prosegue: “Questa qui nostra, insomma, nostra nel senso queste, magari, queste cose un po’… queste attenzioni, queste cose io non, non riesco a… non riesco presidente”, assicurando poi di non voler creare “alcun problema”. “Dirò semplicemente che non riesco a tenere più, diciamo, le, le due segreterie, perché comunque è un lavoro non indifferente. Quindi la scusa tiene, tiene benissimo”, spiega lei. Lui sembra stupito, racconta il Corriere. “Ma cosa c’entra, ma come, dai”. Insomma, lui insiste perché resti, ma lei è ferma e ribadisce il concetto. “Rimanendo così il rapporto si deteriora”. Lui però non è convinto: “No, non si deteriora.. – assicura lui – Resta come, come l’inizio. No, no, non fare casini“. Ma lei non ci sta. “Presidente, anche un mese fa, si ricorda, avevamo detto basta”. Il tira e molla va avanti per un po’, poi lei puntualizza: “Basta da parte sua! È da parte sua! Perché non è che sono io che… capito?”. Lui le chiede di rimanere ancora un mese, poi conclude: “Devo andare a confessarmi“. “Quindi che fa? Si confessa e via, finisce tutto”, replica lei. Poi finisce il video.

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