Accuse, smentite, letture contrapposte delle norme e una buona parte di 90 emendamenti ancora da votare, nonché gli ordini del giorno da discutere e le dichiarazioni di voto da fare prima del via libera finale. Che a questo punto potrebbe arrivare durante la notte o addirittura giovedì, perché il decreto Emergenze che contiene le norme per aiutare Genova in seguito al crollo del ponte Morandi è impantanato alla Camera. Un altro slittamento dopo il mancato approdo in Aula della scorsa settimana che aveva portato a fissare il voto finale nel pomeriggio del 31 ottobre. Ma lo scontro sulle norme previste per l’isola di Ischia e la questione idrocarburi nei campi ha stoppato nuovamente tutto. Si è arrivati quasi alle mani: rissa sfiorati tra i banchi di Pd e Fdi, con Guido Crosetto impegnato insieme ai commessi a riportare la calma. Solo dopo le 21 è arrivata la bocciatura a tutti gli emendamenti all’articolo 25 che contiene i discussi provvedimenti per i comuni di Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017.  Mentre il voto degli emendamenti su tutto il decreto è terminato alle 22.30, quando è cominciato l’esame degli oltre 100 ordini del giorno.

Discussione a singhiozzo, scambio di accuse tra M5s e il Partito Democratico e i lavori aperti a oltranza per un decreto nato già con lentezza. E così il governo trova un insolito alleato in Giovanni Toti e nel sindaco Marco Bucci, che sul dl Genova hanno più volte battuto i pugni: “Fare ostruzionismo su un decreto che aspettiamo da tempo e su cui è stato fatto un grande lavoro è intollerabile e irrispettoso delle sofferenze di questa terra”, accusano il governatore della Liguria e il commissario straordinario. 

“Con un ostruzionismo ipocrita Pd e Fi stanno bloccando fondi per Genova, risorse in più che il decreto stanzia in favore di sfollati, imprese, lavoratori, logistica. Lottiamo contro chi non vuole il bene della città”, scrive il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli su Twitter, postando un grafico dove si prevedono 72,3 milioni per le famiglie sfollate e 55 per le imprese. Un post non gradito dalla capogruppo Maria Stella Gelmini che invita il ministro ad andare in Aula, “dove è assente da due giorni”. “Pronti a chiudere le votazioni anche subito. Ma non possiamo tollerare che venga approvato un condono edilizio a Ischia, nel collegio del vicepremier Di Maio”, ribatte la deputata dem Raffaele Paita. Un concetto ribadito nel tardo pomeriggio da Graziano Delrio, Matteo Orfini e Maurizio Martina in conferenza stampa. Lo scontro è sempre su quell’articolo 25, da giorni nel mirino di opposizioni e Legambiente, e sul quale in mattinata ha espresso perplessità anche Matteo Salvini. “Il principio che vale per Ischia e per qualunque altra regione è che possano essere sanate e sostenute le prime case, ma la mia preoccupazione per Ischia è che si sani la qualunque“, ha detto il vicepremier leghista.

Dopo la contestazione di martedì al grido di “onestà-onestà” dai banchi del Pd per la bocciatura degli emendamenti presentati dalla dem Chiara Braga e dalla deputata di Leu, Rossella Muroni, alla ripresa dei lavori è stato Ettore Rosato ad attaccare la maggioranza sostenendo che ove sia approvato un emendamento sospensivo sulle norme di Ischia i lavori procederanno celermente. Mentre l’ex segretario Martina punta il dito contro “l’aumento dei limiti per gli idrocarburi pesanti nei fanghi di depurazione da spandere sui terreni agricoli. Un tradimento sciagurato dell’ambiente, della salute delle persone e della qualità del nostro cibo”. Un crescendo di accuse riassunto così da Davide Faraone: “Aver approfittato della corsia preferenziale data a Genova dopo la tragedia, per infilare nello stesso decreto il condono porcata di Di Maio ad Ischia, è da infami. E chi dice che, se vuoi togliere la porcata, ostacoli Genova, è anche un bandito”.

“Noi non pretendiamo che il dl possa piacere alle opposizioni – ha replicato il capogruppo pentastellato Francesco D’Uva – Ma diciamo che qui sono state dette cose non vere. Parlare di condono a Ischia non è corretto, non è corretto che sui fanghi aumentiamo l’inquinamento. Il decreto c’è, è atteso e il M5S non vuole più perdere tempo e lo vuole approvare. Perdere tempo non serve a nessuno”. La stessa richiesta arriva dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che accusa il Pd di dare “uno schiaffo alla città” con il suo ostruzionismo: “Oltre due settimane di esame in Commissione e una settimana in Aula hanno garantito un dibattito ampio e approfondito, rinviare l’ok al dl significa fare mera speculazione politica. Apprezziamo l’atteggiamento responsabile delle altre opposizioni, noi siamo disposti a procedere ad oltranza”. 

Toti e Bucci si rivolgono direttamente ai deputati dem, sposando la lettura del governo sull’atteggiamento dell’opposizione dem: “Cari parlamentari del Pd, sono certo che ogni testo sia migliorabile e sono convinto che le opposizioni abbiano il diritto di contestare e contrastare le scelte del Governo. Ma anche la Liguria ha i suoi diritti. E in queste ore sta vivendo nuovi momenti difficili”. Fare “ostruzionismo su un decreto che aspettiamo da tempo – conclude – e su cui è stato fatto un grande lavoro è intollerabile e irrispettoso delle sofferenze di questa terra”.

Articolo aggiornato alle 22.45

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