Dopo il manifesto troppo soft, il video troppo hard: non c’è pace per le iniziative pensate dal ministero della Difesa per celebrare il 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e giornata delle Forze armate. Prima la locandina, con le immagini di un soldato che aiuta un’anziana, un marinaio che porta in salvo un piccolo naufrago, un militare dell’Aeronautica che salva un escursionista e un carabiniere che abbraccia un ragazzo, tacciato di essere troppo morbido. Poi il video celebrativo, che è incappato nella critica opposta: “troppo combat”.

Il video bocciato impazza sui social network, realizzato già dal precedente Governo, propone immagini spettacolari, cariche di pathos. C’è il decollo di un F35, una nave da guerra nella tempesta, un soldato colpito dal fuoco nemico soccorso dai compagni, che perde sangue dalla bocca. Mai, prima, si erano viste scene così realistiche dei soldati italiani impegnati in battaglia. E ancora: scontri a fuoco, irruzioni delle Forze speciali in un covo dove una bambina è prigioniera, un soldato che si dispera mentre il corpo di un commilitone viene coperto da un telo. Scene drammatiche e di grande impatto, che scorrono accompagnate da una voce narrante che recita “Soldato”, la poesia-preghiera di George L. Skypeck: “Io sono stato quello che gli altri non volevano essere. Io sono andato dove gli altri non volevano andare… Ho pianto, ho sofferto e ho sperato… ma più di tutto, io ho vissuto quei momenti che gli altri dicono sia meglio dimenticare. Quando giungerà la mia ora agli altri potrò dire che sono orgoglioso per tutto quello che sono stato: un soldato”.

Lo spot – realizzato ‘in proprio’ dalla Difesa, in gran parte in Sardegna, con veri militari come protagonisti – non aveva del tutto convinto l’ex ministro Roberta Pinotti. Ma quel Governo è caduto prima che si riuscisse a modificare il filmato. Questo, così, è passato di mano. Lo staff del ministro Trenta ci ha lavorato e ne ha tratto una versione dimezzata nei tempi e “depurata” delle scene più forti. Nonostante ciò, al dipartimento dell’Editoria lo spot non è passato. “Dopo questo stop della Presidenza del Consiglio, piuttosto inconsueto – dicono alla Difesa – abbiamo rivisto un paio di scene mantenendo l’identità del filmato”. Ma anche stavolta dal Dipartimento di Vito Crimi il giudizio sarebbe stato negativo.

Il risultato sono state alcune interrogazioni da parte di parlamentari del centrodestra – a cominciare da Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, seguita da Gasparri e Aimi, di Forza Italia – che hanno chiesto conto al Governo di questo “pasticcio” e pubblicato il video che definiscono “censurato“. Questo ha ormai una diffusione quasi virale su internet, con migliaia di condivisioni e commenti: la maggior parte apprezzano il filmato che “mostra finalmente – si legge in uno dei tanti – quello che fanno per davvero i soldati italiani”.

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