La marcia non s’ha da fare. Questa, in sintesi, la posizione del sindaco di Milano Giuseppe Sala in merito alla commemorazione organizzata da Arditi d’Italia e Memento per il 1 novembre in ricordo dei caduti della Repubblica sociale italiana sepolti al Cimitero Maggiore, nel capoluogo lombardo. “Ancora una volta gruppi neofascisti propongono una commemorazione al Campo X del Cimitero Maggiore. Un gesto che non possiamo accettare” ha scritto il primo cittadino su Twitter. Contro la marcia si sono già schierati anche il presidente provinciale dell’Anpi di Milano Roberto Cenati e il sito Osservatorio democratico sulle nuove destre. Il Campo X torna così al centro delle polemiche: già lo scorso anno, in seguito a un’altra parata, era stata aperta un’inchiesta per la quale la Procura di Milano ha chiesto poi l’archiviazione. Non si è trattato, per la magistratura, di ‘apologia del fascismo’ ma di ‘commemorazione dei defunti’. Un altro epilogo, con tanto di procedimento che prenderà il via a gennaio, ha avuto invece la manifestazione del 25 aprile 2016. Eppure quest’anno la storia potrebbe ripetersi.

LA (NUOVA) PARATA AL CAMPO X – Nei giorni scorsi l’Osservatorio democratico sulle nuove destre ha pubblicato sulla propria pagina Facebook il volantino dell’Associazione nazionale arditi d’Italia, che riporta una serie di date, luoghi ed eventi e nel quale si legge ‘Avviso a tutti i credenti’. Tra le iniziative programmate anche la tappa a Predappio, con l’omaggio “al nostro Caporale d’Onore e Duce Benito Mussolini – recita il volantino – nel ricordo della marcia su Roma”. Un’iniziativa alla quale hanno partecipato circa duemila persone arrivate da diverse regioni d’Italia, tra cui Selene Ticchi, nel 2017 candidata a Budrio con la sua lista Aurora, che indossava una maglia la scritta ‘Auschwitzland’ diventata un caso, oggetto di un’interrogazione e oggi sospesa dal movimento di Roberto Fiore per quella t-shirt. Dopo la marcia a Predappio del 31 ottobre, il programma prevede quella a Milano: Ore 10 Santa Messa al Campo X in ricordo di tutti i Caduti morti per la Patria.

LE REAZIONI – A lanciare l’allarme è stato Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale di Milano, ricordando che si tratta di una manifestazione di reduci della Repubblica di Salò e di Memento, articolazione del movimento di estrema destra Lealtà e Azione. “Nel nostro Paese – spiega Cenati – si consente alle organizzazioni neofasciste di promuovere iniziative e di manifestare liberamente”. Così il presidente dell’Anpi provinciale ha chiesto “alle istituzioni e alle autorità competenti di intervenire e di fare il possibile per impedire che la nostra città venga nuovamente sfregiata da una parata nazifascista che offende le tradizioni antifasciste e democratiche di Milano”. Tutto questo a pochi giorni dall’approvazione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione che chiede a tutti i Governi di mettere al bando le organizzazioni che si richiamano al fascismo e al nazismo. Le preoccupazioni dell’Anpi sono condivise dal sindaco di Milano, Beppe Sala: “Invito le autorità di competenza a vietare questo raduno. Milano è e sarà sempre una città antifascista” ha scritto su Twitter.

LA STORIA SI RIPETE – La storia sembra dunque ripetersi. Anche quest’anno le vigilie del 25 aprile e del 1 novembre portano una scia di polemiche, con tanto di divieti della questura che spesso nulla hanno potuto contro gruppi di camerati che, anche in un recente passato, si sono esibiti all’interno del cimitero, con tanto di bandiere con aquila e tricolore, in parate e saluti romani. È accaduto lo scorso anno, ma anche quello precedente. La manifestazione organizzata il 29 aprile 2017, infatti, ha portato all’apertura di un’inchiesta che ha coinvolto un gruppo di attivisti protagonisti di un saluto romano collettivo. A chiedere l’archiviazione dell’indagine è stata poi la stessa Procura di Milano, ritenendo che non si fosse trattato di ‘apologia al fascismo’, ma di ‘commemorazione dei defunti’. Proprio come recita la locandina preparata quest’anno. Dopo quell’episodio è stato lo stesso Roberto Cenati a ricordare che al Campo X non sono tumulati solo semplici aderenti alla repubblica di Salò “ma gerarchi fascisti”. Il 12 ottobre scorso, invece, l’ottava sezione penale del Tribunale di Milano, su richiesta del pm Piero Basilone, ha disposto il giudizio (il prossimo 17 gennaio) per quattro esponenti di primo piano di Lealtà azione accusati di apologia al fascismo. La denuncia è partita da Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre, proprio dopo la manifestazione del 25 aprile 2016, sempre al Cimitero Maggiore. Nel corso della quale – ha denunciato Ferrari, richiamando i reati previsti dalla Legge Scelba e dalla Legge Mancino – i circa trecento partecipanti “sfilarono inquadrati per i viali del cimitero, indossando come una divisa giubbotti neri con le insegne di Lealtà azione” e facendo “pubblicamente e ripetutamente il saluto romano”, sventolando bandiere con l’aquila di Salò.

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