“Come cancelliera ho la responsabilità di tutto, per quello che riesce e per quello che non riesce. Per me si tratta di aprire una strada verso il futuro: ho deciso che al prossimo congresso della Cdu a dicembre ad Amburgo non mi candiderò come presidente della Cdu. Questo governo ha perso credibilità, così non si va avanti”. E ancora: “Questo quarto mandato è il mio ultimo da Cancelliera, nel 2021 non mi presenterò più come candidata. Non mi candiderò neanche al Bundestag e non voglio più ricoprire incarichi politici“. E se dovesse cadere il governo prima di fine mandato per il ritiro della Spd, si ricandiderebbe? “Lo escludo”. Angela Merkel parla chiaro nel giorno dei risultati elettorali in Assia, che hanno segnato un’altra batosta per i partiti della Grosse Koalition dopo il crollo di consensi in Baviera lo scorso 19 ottobre. Un colpo durissimo per la Cdu, che nella regione di Francoforte ha incassato il 11% rispetto al 2013.

Merkel annuncia anche che tra qualche anno uscirà definitivamente dalla scena politica. In Germania come in Europa. Una decisione comunicata oggi ma, spiega lei, maturata durante la pausa estiva. “Come cancelliera e presidente mi assumo la responsabilità” della situazione, ha continuato durante la conferenza stampa. “Se guardo quello che è stato fatto dal governo federale negli ultimi sette mesi, c’è un segnale chiaro che non si può continuare così” e “questo non ha solo a che vedere con la comunicazione, ma con la cultura del lavoro. Voglio lasciare i miei incarichi con dignità, così come li ho svolti“. 

Anche se fino ad oggi Merkel aveva sempre affermato che cancelleria e presidenza del partito dovessero essere nella stessa mano, ha espresso la volontà di rimanere alla guida dell’esecutivo. Ai giornalisti ha spiegato anche il perché di quello che sembra un cambio di rotta rispetto alla linea espresso in passato: vede infatti possibile portare avanti la cancelleria “per un periodo limitato”, pur non essendo più alla guida della Cdu, “collaborando con un presidente della Cdu“. Ma se non avesse avuto in mente di non ricandidarsi come cancelliera, non lo avrebbe ritenuto possibile. E ora per i grandi partiti popolari, come Cdu, Csu e Spd, è arrivato il tempo di chiarire “cosa serve alla tenuta del paese e cosa no”. La cancelliera non sceglierà un successore alla presidenza della Cdu quando lascerà la guida del partito (qui il totonomi): “Accetterò ogni decisione democratica. Sento che questa fase (di ricerca di un nuovo capo della Cdu, ndr) è piena di possibilità ed è molto positiva perché non ce l’avevamo da 18 anni”. Per la presidenza hanno già presentato la candidatura la segretaria generale del partito Annegret Kramp-Karrenbauer, vicina a Merkel, e uno dei detrattori della cancelliera, il ministro della Sanità Jens Spahn.

Il crollo nella regione di Francoforte – In Assia, dove l’affluenza è stata del 67%, la Cdu – stando ai risultati ufficiali diffusi – crolla dal 38,3 del 2013 (allora le elezioni si erano svolte in contemporanea a quelle federali) al 27% dei consensi – il peggior risultato conseguito dal partito della cancelliera Angela Merkel in Assia da oltre 50 anni a questa parte – pur restando il partito più forte. Anche la Spd fa un balzo indietro, di 10,9 punti percentuali, attestandosi sul 19,8%, esattamente come i Verdi, che però raggiungono questo risultato conquistando l’8,7% in più di consensi. La destra populista ed anti-immigrati di Alternativa per la Germania (Alternative fuer Deutschland, Afd) entra per la prima volta nel Landtag di Wiesbaden con il 13,1% dei voti (+ 9% rispetto al 2013) ed è ora rappresentata nei parlamenti di tutti i 16 Land federali tedeschi. I Liberali della Fdp conquistano il 7,5% dei consensi (+ 2,5%) e cresce anche Die Linke, il partito della sinistra, che con il 6,3% (+ 1,1%) conquista il suo miglior risultato di sempre in Assia.

E in Baviera per l’alleato Csu è stato il peggiore risultato dal 1950 – Il voto in Assia segue di due settimane quello in Baviera, il primo colpo inferto dagli elettori all’Unione, con la perdita da parte della Csu della maggioranza assoluta dei voti (37,25): per il partito di Horst Seehofer si è trattato del suo peggior risultato dal 1950. Anche qui, come in Assia, il voto ha fatto registrare il balzo avanti dei Verdi e di Afd. A due settimane da quel giorno proseguono i negoziati di coalizione tra Unione cristianosociale (Csu) e Freie Waehler, la lista civica dei Liberi Elettori con cui la Csu ha scelto di allearsi. Tra le poche indicazioni fornite sull’andamento dei negoziati, ci sono le dichiarazioni rilasciate recentemente dal leader dei Freie Waehler Hubert Aiwanger ad un’emittente radiofonica bavarese. Dal punto di vista contenutistico – malgrado un po’ di stress qua e là – i negoziati sono a grandi linee quasi alla fase finale, ha spiegato. Si tratta di definire i dettagli e parlare di ripartizione di incarichi, ministeriali e non. Aiwanger aspirerebbe alla poltrona di vice del premier cristianosociale Markus Soeder.

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