Al momento la Tap “si deve fare”. Salvo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, convocato in queste ore, non porti dei documenti al ministro dell’Ambiente in grado di ribaltare completamente la valutazione. Lo ha spiegato il titolare Sergio Costa nel corso di un forum su Repubblica Tv: “La Tap è tutta già autorizzata, tanto è vero che i lavori sono già iniziati – ha spiegato – Per bloccare i lavori devi dimostrare che ci sono insorgenze tecniche che non c’erano al momento in cui sono state rilasciate le autorizzazioni“.

Quindi, ha aggiunto, se il sindaco di Melendugno “mi dice ‘ho dei documenti dirimenti che non erano stati valutati’, io rispondo ‘portameli, vediamo’. Ma al momento l’opera si deve fare“. La convocazione di Potì, quindi, appare come l’ultimo step prima di una decisione definitiva che sembrava già pronta a essere presa a inizio settimana, quando il premier Giuseppe Conte ha ricevuto proprio il sindaco e i rappresentanti pugliesi del M5s, che si è sempre detto contrario all’opera. Alla Fiera del Levante, alcune settimane fa, era stato Luigi Di Maio a ribadire il no all’opera.

Il parere finale del ministero slitta di una settimana, fanno sapere fonti del ministero, così da poter visionare i numerosi documenti che sono stati portati ai tecnici dal sindaco. Il dossier di Potì comprende gli allegati dei ricorsi al Tar contro le procedure di valutazione di impatto ambientale. La documentazione riguarda la tutela dell’alga posidonia, l’impermeabilizzazione dell’impianto e il ritrovamento sul posto di cromo esavalente. Il Comune sostiene anche che l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda abbia concesso autorizzazioni alla Tap quando il suo governo era dimissionario e in carica solo per l’ordinaria amministrazione.

Poti, raggiunto telefonicamente dall’Ansa prima del tavolo tecnico in programma al ministero, ha annunciato che avrebbe chiesto che il confronto non si esaurisca in un appuntamento ma venga aggiornato alla presenza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed Arpa Puglia. Si tratta, ha spiegato, “di enti competenti in materia di ambiente e territorio” e ha aggiunto che “Emiliano era estremamente contrariato dal non essere stato invitato ad una riunione ristretta al solo Comune di Melendugno, e ha parlato di mancanza di rispetto istituzionale e di offesa per la Puglia“.

“Io non posso dire se l’opera si farà o no perché non ho ancora visto le carte – ha aggiunto Costa – I miei uffici stanno lavorando in questo momento. Volevo dare una risposta ieri, ma quando il sindaco di Melendugno ha detto che voleva portare altri documenti, ho deciso di prendere altro tempo per esaminarli”. La base locale del Movimento è pronta a dure contestazioni nei confronti dei propri rappresentanti politici, eletti con percentuali oltre 50 per cento il 4 marzo nel Basso Salento dove approderà il gasdotto. Già negli scorsi giorni, quando si è capito che i lavori erano ormai prossimi a riprendere, il Comitato No Tap ha chiesto lo stop o le dimissioni.

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