C’è chi è iscritto da più di 10 anni ma non ha mai ricevuto una sola offerta di lavoro, chi si iscrive (e lo stanno facendo in molti in queste settimane) solo per non perdere il ‘treno’ chiamato reddito di cittadinanza. Tutti però sono d’accordo che a oggi, così come sono, i centri per l’impiego, quelli che il ministro del Lavoro, Luigi di Maio, vorrebbe riformare nel 2019, servano a poco, di certo non a trovare lavoro.
Ma alla disillusione dei cittadini si aggiunge la perplessità dei dipendenti stessi, che fanno ciò che possono con mezzi limitati e personale carente. Inoltre, agli addetti ai lavori, non risulta alcuna comunicazione preventiva che ‘avvisi’ i centri per l’impiego che, tra pochi mesi, dovranno gestire anche il reddito di cittadinanza. A Napoli i centri sono tre. Uno dei più grandi è quello di via Diocleziano, nel quartiere Fuorigrotta. Se hai bisogno di un certificato, una Did (Dichiarazione di disponibilità al lavoro) o altro, conviene recarsi nella struttura intorno alle 7.30. Perché i dipendenti a quell’ora affiggono sul muro un foglio bianco dove bisogna scrivere a penna il proprio nome per prenotarsi. Poi nel corso della mattinata arriva l’impiegato che scorrendo la lista fa entrare le persone negli uffici. Settantacinque utenti al mattino, 25 il pomeriggio. “Più di questo non riusciamo a fare – spiega uno dei dipendenti – a volte i computer e la linea sono lenti e capita che non riusciamo a fare nemmeno le 75 operazioni previste”.

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