E adesso se qualche amico vi dice “ah, la Kia, quella simpatica marca low-cost coreana”, potete reagire con granitica fermezza, rispondendo “basta, questa è storia vecchia!”. Già, la nuova Ceed chiude il cerchio della nouvelle vague Kia. Per battersi nel concorrenzialissimo agone del segmento C, il più importante a livello europeo, la terza generazione della compatta asiatica si presenta infatti a petto in fuori, con un design gradevolmente sportivo, dotazione da guida autonoma di secondo livello (nel senso che fa un sacco di cose da sola, ma mica tutte) e una faretra a quattro frecce – o con un attacco a quattro punte, fate voi. Alle tradizionali versioni a 5 porte e familiare, si aggiungeranno nel corso del 2019 altre due Ceed, la Shooting Brake – muscolosa via di mezzo tra una station e una coupé – e l’attesissima crossover, livrea che nel segmento di riferimento, ormai, non puoi più non avere. Quando il poker sarà calato, la Kia conta di venderne 8 mila all’anno, di Ceed. Mica poche, auguri.

In attesa che la rosa si sia radunata al completo, tuttavia, dedichiamoci a chi in campo scende proprio in questi giorni, con il porte aperte del 13/14 ottobre. Orgoglioso main sponsor dell’Europa League – frequentata oggi da Lazio e Milan e magari, tra qualche settimana, da qualcuna delle quattro italiane impegnate in Champions nel caso si piazzasse terza nel suo girone… – la Kia ha scelto una prestigiosissima cornice pallonara, per lanciare la Ceed a 5 porte e la station wagon: San Siro, lo stadio costruito nel 1926 per il Milan dall’allora presidente rossonero Piero Pirelli. Nel 1935 il Comune comprerà San Siro e dal 1947 anche la seconda squadra di Milano, l’Inter, ne farà il teatro dei suoi match casalinghi.

Dalla rampa del garage che sta nella pancia dello stadio sono uscito al volante di una cinque porte, che la matita di Gregory Guillaume, il 49enne francese al comando del design di Kia in Europa, ha affilato e incattivito, affidandosi a linee più nette rispetto alla seconda generazione della vettura. Resta la classica calandra a “bocca di Tigre”, ingrandita, sul davanti, fioccano i fari a led, si fa notare la cosiddetta linea di cintura orizzontale (il lato basso dei finestrini laterali è parallelo al terreno). Per i clienti italiani del segmento C – quello della Golf e della Focus – pare che la principale motivazione d’acquisto sia il design.

Quando il listino di una macchina parte dai 20 mila euro scarsi, per abbandonarli rapidamente, l’occhio vuole decisamente la sua parte e Guillaume è riuscito a vestire la Ceed con un abito effettivamente molto europeo. D’altronde, questa terza generazione è stata pensata proprio per il Vecchio Continente, dove l’estetica e la guidabilità di un’auto sono assai importanti, parecchio di più che in Asia o nelle Americhe.

Nel breve test a cavallo tra Lombardia e Piemonte, la 5 porte – alimentata dal nuovissimo turbo a benzina da 140 cavalli – è parsa pimpante e maneggevole, oltre che rilassante grazie al cambio automatico a doppia frizione con 7 rapporti. I tecnici della casa coreana spiegano che a rendere più piacevole la guida sono state le nuove sospensioni indipendenti, le diverse tarature delle molle (quelle davanti sono più rigide del 40%, mentre si è ridotta di un quinto la rigidità torsionale della barra stabilizzatrice; quelle dietro sono invece più morbide del 10%), lo sterzo più reattivo e diretto, e maneggevole, visto che per fare una sterzata bastano meno di 2 metri e mezzo. Una mano l’hanno data pure i motori più leggeri, aggiungono gli ingegneri. Gli effetti combinati del cospicuo pacchetto di interventi è una sensibilità di risposta che si coglie dopo poche curve e qualche sostanziosa accelerata.

La nuova Ceed ha il controllo della stabilità e il Vehicle Stability Management ed è la prima Kia ad adottare il sistema di guida autonoma di livello 2, che consiste in una serie di soluzioni che in diverse situazioni governano sterzo e acceleratore, frenano alla bisogna, riconoscono pedoni e ciclisti, mantengono la macchina in carreggiata, avvisano se facendo retromarcia sta passando qualcun altro. Parecchia di questa robetta è di serie; dandoci dentro con gli optional il prezzo cresce ma crescono pure comodità e indipendenza della vettura (la più cara, col nuovo turbodiesel 1.6 nell’allestimento Evolution supera i 30 mila euro). Ecco perché si può serenamente affermare che con la terza generazione della Ceed, la Kia manda definitivamente in soffitta l’immagine di una marca cui guardare mossi dal pur valido adagio chiamato “rapporto qualità prezzo”.

Visto che parliamo di quattrini è il caso di sottolineare che, per corroborare il debutto commerciale, la Ceed nuova di zecca godrà – almeno fino alla fine di novembre – di una serie di sconti e aiutini che possono arrivare fino a di 5 mila euro di “vantaggio massimo per il cliente”, come usano dire i marketing-men in simili casi. Facendo il pieno di sconti sull’entry level si riuscirebbe così, in teoria, a stare addirittura sotto i 15 mila euro. Innanzitutto c’è lo sconto base di 2 mila euro, per tutti. Poi scatta un altro millino se si dà un’auto in permuta o si rottama. Ulteriori mille euro si appalesano comprando attraverso la proposta finanziaria “Scelta Kia”. Gli ultimi mille, infine, sotto forma di servizi, arrivano con un usato da supervalutare.

Vettura molto adatta al business delle flotte, sostengono i manager Kia, la Ceed la possono acchiappare anche i privati con il full leasing K-Lease “senza pensieri”: si sgancia un anticipo pari al 20 per cento del prezzo finale e poi si pagano 195 euro al mese. Dopo 47 rate, se il cliente decide di tenersela dovrà versare tra il 44% e il 48% per il riscatto definitivo.

Siamo arrivati alla fine e non abbiamo parlato della station wagon. Che è più lunga della 5 porte (4,60 contro 4,31 metri) e dunque più adatta alle famiglie (e meno belloccia, secondo me). Comunque pare che le due Ceed al via, quando arriveranno la Shooting Brake e soprattutto la versione crossover (che non avrà la trazione integrale), saranno bellamente superate dalle due sorelline più modaiole.

Non s’è parlato neppure della versione elettrica: tranquilli, sulla Ceed non ci sarà. Sono altri i giocatori Kia a emissioni zero pronti a uscire dagli spogliatoi da qui al 2025, ben “16 modelli eco-friendly”, ha dichiarato l’amministratore delegato della filiale italiana Giuseppe Bitti. Per adesso, il motore più gettonato sulla Ceed costruita a Zilina, in Slovacchia, sarà il turbodiesel. Peraltro, il nuovo common rail a iniezione diretta CRDi da 1.6 litri è il turbo a gasolio più virtuoso di sempre nella storia della Kia, con le più basse emissioni di anidride carbonica, particolato e Nox. In attesa dell’electric-boom al petrolio non si può rinunciare, e dunque non è proprio il caso si fare spallucce al cospetto degli sforzi per rendere meno inquinanti i cari, vecchi motori termici.

KIA CEED – LA SCHEDA

Il modello: terza generazione della compatta coreana. Tutta nuova: piattaforma, linea, motori. E gamma: si parte con 5 porte e station (chiamata Sportswagon) e nel 2019 toccherà alle versioni Shooting Brake e Crossover

Dimensioni: la 5 porte è lunga 4,31 metri, larga 1,80 e alta 1,45. La station è lunga 4,60 metri, larga 1,80 e alta 1,47

Motori: tre benzina (un mille da 120 cavalli e due 1.400, di cui uno da 100 cavalli e uno a iniezione diretta, il TGDI, da 140 cavalli) e due turbodiesel , da 115 e 136 cavalli

Consumi omologati nel ciclo misto: da 25,6 km/litro (per il turbodiesel 1.600, sia con 115 che 136 cavalli) ) a 15,6 km/litro (per il benzina 1.400 da 100 cavalli). Dati riferiti alla 5 porte

Emissioni di CO2: da 101 g/km (per il turbodiesel 1.600 da 115 cavalli) a 145 g/km (per il benzina 1.400 da 100 cavalli)

Prezzi: da 19.750 a 30.750 € (fino alla fine di novembre, taglio di 2 mila euro per tutte le versioni più altri svariati sconti)

Ci piace: la linea filante della 5 porte, che ben trasmette la maneggevolezza alla guida

Non ci piace: il nome. L’omaggio all’Europa unita è quasi commovente, di questi tempi. Ma un acronimo che significa Community of Europe of European Design sembra uscito da una trasmissione di Crozza. Per fortuna è sparito l’apostrofo in mezzo al nome ceed (minuscolo) delle precedenti generazioni

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