Corridoi umanitari già da ottobre per donne e bambini africani. Con questo annuncio, Matteo Salvini spiazza la stampa presente al G6 dei ministri dell’Interno a Lione. Una volontà, quella comunicata dal vicepremier leghista, che si discosta dalla retorica dei porti chiusi portata avanti in campagna elettorale, prima, e dopo la formazione del governo. “Siamo così cattivi che sto lavorando per riaprire dei corridoi umanitari che possano portare in Italia, non in barcone, ma in aereo, già questo mese, donne e bambini che scappano dalla guerra. Sto lavorando con alcune comunità cattoliche e conto di accogliere a Fiumicino persone che meritano di essere aiutate”, ha detto ai giornalisti presenti.

Non è la prima volta che in Italia vengono accolti dei rifugiati grazie ai corridoi umanitari. I primi arrivi in aereo sono datati febbraio 2016, grazie allo sforzo della Comunità di Sant’Egidio, Federazione Italiana delle Chiese evangeliche e Tavola Valdese. A dicembre del 2017, poi, i primi arrivi dalla Libia del governo Gentiloni: 162 persone atterrate con volo militare a Fiumicino.

Anche se, fino ad oggi, quello di Salvini è il più evidente gesto di apertura nei confronti dei migranti in fuga dai conflitti, un minimo cambio di rotta o, se vogliamo, una seconda fase nelle politiche migratorie del capo del Viminale c’era stato già lunedì, durante l’incontro organizzato dall’Unione Generale del Lavoro (Ugl) e al quale ha preso parte anche la leader del Front National, Marine Le Pen. In quell’occasione, il leader del Carroccio ha mostrato alla stampa un libretto con bandiera italiana e mappa dell’Africa, annunciando il lancio del “Progetto Africa”, con l’obiettivo di “dare un futuro ai ragazzi africani senza costringerli a scappare su un barcone. Aiuteremo veramente gli africani, lo dimostreremo ai chiacchieroni di sinistra”, aveva detto rispolverando così il concetto dell’“aiutiamoli a casa loro”. Una proposta che ha riscosso l’appoggio anche del Front National, come ha spiegato Le Pen, che vuole anch’esso opporsi alla “creazione di nuovi schiavi”.

Nel rilanciare la formazione sovranista unita, della quale è uno dei leader più importanti, che potrebbe correre alle prossime elezioni europee di maggio 2019, addirittura con un candidato unico e condiviso, il vicepremier ha aggiunto che una Commissione europea a trazione sovranista sarà proprio quella che potrebbe creare hotspot per migranti fuori dai confini dell’Ue. “Oppure – aggiunge il leader leghista citato da La Stampa – investire seriamente in Africa. Alla fine saremo noi cattivi sovranisti a investire, non i buoni socialisti, e lo faremo per egoismo, perché ci conviene”.

Dopo aver chiuso la vicenda dei voli charter dalla Germania che, secondo quanto aveva scritto Repubblica, avrebbero dovuto riportare in Italia una parte dei “dublinanti”, migranti identificati nel nostro Paese che hanno passato illegalmente il confine, il ministro dell’Interno non può compiere ulteriori passi in avanti sulla questione dei movimenti secondari, anche a causa dell’anticipato ritorno a Parigi del premier Édouard Philippe e l’assenza del dimissionario ministro dell’Interno, Gérard Collomb, e del suo omologo tedesco, Horst Seehofer. Ma dice che, se non troverà appoggio dall’Europa, continuerà a portare avanti il piano di incontri e ricerca di accordi bilaterali con altri Paesi europei ed extraeuropei.

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