La notte porta consiglio. E lo ha portato anche ai Paesi membri dell’Unione Europea che, proprio in nottata (l’intesa è arrivata dopo oltre 13 ore di negoziati tra i ministri dell’ambiente Ue), hanno raggiunto un accordo sull’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica dei veicoli a motore: entro il 2030 è previsto un taglio del 35% per le vetture – da sottrarre alla media dei 95 grammi al chilometro, da ottenere entro il 2021 – e del 30% per i veicoli commerciali. Esentati dalla sforbiciata alcuni produttori di nicchia.

Un compromesso alquanto sudato: infatti, 20 Paesi hanno votato a favore della misura, 4 contro e 4 si sono astenuti. Hanno criticato l’accordo Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Danimarca, Svezia e Olanda, ritenendolo insufficiente per far fronte all’allarme lanciato dall’agenzia dell’Onu Ipcc in merito ai cambiamenti climatici e al bisogno di intervenire tempestivamente per scongiurare conseguenze catastrofiche per il nostro pianeta.

Avranno luogo già a partire da domani i nuovi negoziati con il Parlamento Ue – che aveva chiesto un taglio del 40% – e la Commissione Ue (che ha proposto invece il 30%) per stabilire la soglia finale del taglio, nonché il nuovo quadro normativo e le condizioni da imporre ai fabbricanti d’auto. In questo modo l’Ue riuscirà ad arrivare pronta per la conferenza Onu sul clima a Katowice, in programma tra due mesi, dove si dovrà definire l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi.

In linea generale, i governi del Nord Europa sono quelli che hanno spinto di più affinché il taglio delle emissioni di CO2 fosse quanto più consistente possibile, come quello proposto dalla stessa Commissione ambiente del Parlamento europeo (che mirava a un’accettata del 45% delle emissioni di anidride carbonica delle auto). Numeri che però sono indigesti soprattutto alla Germania e alla sua possente industria automobilistica: e questo al netto dello scandalo dieselgate…

Storcono la bocca anche i costruttori: “Sebbene i livelli di riduzione delle emissioni di CO2 concordati ieri dagli stati membri siano meno aggressivi di quelli votati dal Parlamento europeo la scorsa settimana, rischiano ancora di avere un impatto negativo sulla competitività del settore, sugli automobilisti e sui consumatori”, spiega Erik Jonnaert, segretario generale dell’Acea (associazione europea dei produttori automobilistici), che però sostiene l’incentivazione dei veicoli ibridi o elettrici.

Tuttavia, alla luce degli imminenti negoziati ai massimi livelli dell’establishment europeo, Jonnaert auspica che si raggiunga un accordo “che trovi il giusto equilibrio tra la protezione dell’ambiente e la salvaguardia della base manifatturiera dell’Europa, assicurando al tempo stesso una mobilità economica e conveniente per tutti i cittadini”.

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