“Non possiamo accettare il ddl Pillon sull’affido condiviso così come è stato formulato”. Dopo che già la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni aveva chiesto modifiche al disegno di legge del senatore, anche organizzatore dei Family day, e dopo le proteste di associazioni e femministe, è il sottosegretario M5s Vincenzo Spadafora oggi a esporsi sull’argomento. “Non possiamo accettarlo”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili durante la presentazione del VII dossier della campagna ‘Indifesa’ di Terre des Hommes, presentato alla Sala degli Atti Parlamentari del Senato. “Sono allarmato dai dati del rapporto Terre des Hommes – ha detto – perché presentano in generale un aumento dei reati nei confronti dei bambini e delle bambine. Mi ha colpito molto tra questi reati in aumento, oltre quello preoccupante legato alla pedopornografia, l’altro è quello legato ai maltrattamenti in famiglia. Questo reato l’ho collegato alla proposta del senatore Pillon perché è una proposta complessa che rivede tutto il sistema di affidamento dei bambini in casi di separazioni delle coppie e soprattutto che non tiene conto di tutta una serie di cose, come può essere il caso minori maltrattati, per cui è un decreto che di fatto è come se dividesse il bambino in due parti uguali, come se fosse un oggetto”.

Nel mirino degli esperti di diritto era finito sia l’automatismo per cui i bambini dovrebbero trascorrere metà del tempo con il padre e metà con la madre e avere quindi due case, sia il colpo di spugna sull’assegno di mantenimento in favore del “mantenimento diretto”, nonostante in Italia più di metà delle donne non abbia un’occupazione. Per non parlare del fatto che chi mantiene la residenza nella casa familiare – ora assegnata quasi sempre alle madri “tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli” – debba versare all’altro, se ne è proprietario, un canone di affitto. “Credo che il nostro dovere sia rivedere in Parlamento la proposta come così è stata formulata perché dal mio punto di vista – ha sottolineato Spadafora – non è assolutamente possibile approvarla. Intanto stiamo lavorando con i senatori del M5s e poi vedremo – ha concluso – come ci muoveremo se attraverso un emendamento o tutto quello la prassi parlamentare consente“.

“Anche il sottosegretario Spadafora si è accorto che il ddl Pillon sull’affido condiviso non funziona e rischia di creare solo danni. Su materie così complicate e delicate muoversi con il lanternino dell’ideologia finisce, normalmente, per provocare danni gravi, spesso irreparabili. Soprattuttto quando si tratta di bambini. Purtroppo – dice Andrea Catizone, responsabile pari opportunità del Pd – questo governo guarda sempre più spesso a soluzioni paternalistiche che rinnegano diritti acquisiti dopo anni di battaglie e sofferenze. Quanto accaduto a Verona, ad esempio, con un attacco alla 194, contrabbandato per pseudo attuazione della legge, è la cartina di tornasole di una deriva preoccupante”. Anche Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia, in una nota intyerviene sull’argomento. “È un sollievo che il governo, attraverso le parole del sottosegretario competente Vincenzo Spadafora che ha le deleghe alle Pari Opportunità, abbia annunciato uno stop al ddl Pillon attualmente in discussione alla commissione giustizia della Camera in sede redigente. La bigenitorialità è un valore importante e scritto nelle nostre leggi, ma l’interesse delle bambine e dei bambini è un principio protetto dalla Costituzione che in nessun caso può passare in secondo piano. Quando una riforma di questa rilevanza sociale raccoglie critiche circostanziate e allarmate da giuristi e pedagoghi, da cattolici e laici, dai Centri antiviolenza come dalle Associazioni che combattono gli abusi sull’infanzia, è saggio modificarla e passarla al vaglio del Parlamento nel modo più ampio e condiviso possibile”.

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