Quarantotto ore dopo arrivano le scuse. Anzi no: Matteo Salvini non si scusa per aver pubblicato il video di un pregiudicato per attaccare Mimmo Lucano, il sindaco di Riace agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Però ammette implicitamente il grave errore compiuto dallo staff che gli gestisce i social network. “Sì, quel post l’ho preso da un importante organo di informazione italiano…quindi, faremo verifiche sempre più attente”, ha detto il ministro dell’Interno rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine del G6 di Lione. Per la verità, però, il video condiviso da Salvini su facebook e twitter non è di “un importante organo di informazione italiano” ma è stato realizzato da una televisione locale, Calabria Magnifica tv. 

Nel video, a parlare è Pietro Domenico Zucco, arrestato nel 2011 con l’accusa di avere rapporti con la ‘ndrangheta. Nel 2015 la Cassazione lo riconosce colpevole in via definitiva per trasferimento fraudolento di valori e lo condanna a quattro anni e mezzo. Nel frattempo ne ha scontati più di due anni nel carcere Pagliarelli di Palermo. Penitenziario in cui la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria lo aveva anche intercettato ritenendolo “affiliato alla cosca Ruga”. Nel video condiviso sui social da Salvini, che risale al 2016, Zucco labncia accuse contro Lucano. La sua tesi è semplice: a Riace il sindaco fa lavorare solo i migranti e non i suoi concittadini.

I suoi trascorsi giudiziari hanno ovviamente scatenato le polemiche sul leader della Lega. E proprio nel giorno in cui Salvini riconosce l’errore nel suo post, il legale di Zucco,  l’avvocato Francesco De Agostino, ha inviato una lunga replica ai giornali. “Zucco – è scritto nella nota – non è stato vicesindaco di Riace prima che diventasse sindaco Lucano. È stato amministratore dal 1980 al 1990 mentre Lucano è diventato sindaco nel 2004 quando ormai Zucco non faceva parte del consiglio comunale da 14 anni. Quando gestiva il ristorante la ‘Scogliera‘ la proprietà dell’immobile non apparteneva a Cosimo Leuzzi. Il ristorante non è stato mai confiscato al contrario è stato chiuso da Zucco per chiusura attività. Ha gestito la cava di Stilo perché concessa dal Tribunale Misure di Prevenzione alla società cooperativa Euroservizi Ma.gi.ca., costituita tutta da lavoratori disoccupati, di cui era il presidente. Zucco non è stato mai condannato per reati di ‘ndrangheta o associazione mafiosa. Il Tribunale di Locri con sentenza 207/2013 lo ha assolto dall’aggravante mafiosa per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Ruga-Metastasio avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis. La sentenza è stata sul punto confermata dalla Corte di appello di Reggio Calabria e dalla Suprema Corte di Cassazione. Vincenzo Simonetti non fa parte di alcuna cosca Ruga-Metastasio ed è stato con la suddetta sentenza assolto dalla contestazione di cui all’art. 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta. Zucco ha lavorato nei progetti per l’accoglienza come insegnante e, per ricevere il dovuto, è stato costretto ad intentare una causa civile che ha vinto con condanna della associazione che non lo voleva pagare. Zucconon è stato mai il prestanome della ‘ndrangheta e la foto di giornale pubblicata (su alcuni siti, ndr) con Vincenzo Simonetti si riferisce ad una notizia per la quale è stata pronunciata sentenza di assoluzione per l’aggravante mafiosa”.

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