“A scuola non si fa politica”. Con questa motivazione due docenti dell’istituto superiore Fiani-Leccisotti di Torremaggiore, nel Foggiano, si sarebbero opposti all’invito di Roberto Matatia, scrittore e imprenditore ebreo di Faenza che avrebbe dovuto parlare agli studenti dell’impatto delle leggi razziali sulla propria famiglia. A denunciarlo lo stesso Matatia, sul sito ufficiale della comunità ebraica di Milano. “Sono stato contattato da un’insegnante del liceo classico Fiani-Leccisotti di Torremaggiore, in provincia di Foggia – scrive – per andare a parlare, come faccio sempre, della mia famiglia e degli ebrei durante il fascismo, e ho accettato con entusiasmo“. Dopo alcuni giorni però, scrive, “non avendo più notizie, ho chiamato la docente che, con profondo imbarazzo, mi ha detto che l’iniziativa era stata rifiutata da altri docenti perché, a dir loro, invitare un ebreo è una scelta politica, e a scuola non si fa politica”.

“Non potevo tacere davanti a un fatto così grave. A 80 anni dalle leggi razziali l’intervento di qualcuno che ne parli nelle scuole non può essere rifiutato, anche se solo da due insegnanti. Sono però sicuro e fiducioso che arriveremo a un pacifico confronto con la scuola e il suo preside”, ha detto al sito Bet Magazine Mosaico lo scrittore, autore del libro I vicini scomodi. Storia di un ebreo di provincia“Gli insegnanti hanno in mano il futuro dei nostri figli, per questo non si può accettare che questi trasmettano valori negativi quali quelli di intolleranza“, ha scritto ancora Matatia in un post su Facebook. “Non si può pretendere la perfezione dalle nostre scuole, ma ci si deve tendere se vogliamo offrire alle nuove generazioni un futuro di libertà, di democrazia e di amore”.


“Stamattina ho contattato telefonicamente lo scrittore Roberto Matatia rinnovando l’invito a venire nel nostro istituto”, ha dichiarato il preside Giancarlo Lamedica. “Si è trattato di una incomprensione, nessuno voleva annullare l’incontro. Nel nostro liceo siamo molto attenti al recupero della memoria e al contrasto all’odio razziale – precisa – mi dissocio fermamente da qualunque episodio che involontariamente abbia offeso e strumentalizzato il notevole valore umano, storico e culturale della sua testimonianza”. E Matatia, sempre con un post su Facebook, ha accettato le scuse: “Conscio del dolore che questa vicenda arreca agli studenti, alla maggioranza degli insegnanti del Liceo e alla maggioranza degli abitanti della piccola cittadina pugliese, ho deciso di considerare chiuso l’incidente. Grazie a tutti coloro che mi sono vicini”.

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