Dai Gavio ai petrolieri e i costruttori fino a Giovanni Calabrò. Mentre nel ddl Anticorruzione che arriva in questi giorni in Parlamento si prevede che le fondazioni vengano equiparate ai partiti e quindi siano rese pubbliche le donazioni, l’Espresso ha rivelato quali sono i finanziatori segreti della fondazione Change che fa capo al presidente della Liguria Giovanni Toti. L’ente no profit, che rivendica “finalità divulgative”, ha raccolto 792mila euro in due anni. Interessante notare da dove arrivano i soldi, ma anche dove sono finiti in questi mesi. L’esponente di Forza Italia ad esempio, nonché uno dei politici azzurri considerato più vicino al Carroccio, ha finanziato per 102mila euro il sindaco di Genova Marco Bucci, del suo stesso partito, ma anche due primi cittadini del Carroccio. La maggior parte dei fondi (173mila euro) comunque è stato riversato sui suoi conti privati per spese che vanno dai ristoranti agli hotel fino al mutuo.

La lista di chi dona è molto varia: ci sono costruttori, imprenditori marittimi e i petrolieri dell’Europam. Una delle donazioni più consistenti viene proprio da questi ultimi. L’Europam, l’azienda della famiglia Costantino, ha infatti donato 80mila euro al comitato Toti. Una somma significativa che, come ricostruiscono i giornalisti de l’Espresso Giovanni Tizian e Stefano Vergine, arriva poco prima e subito dopo l’elezione di Bucci all’amministrazione di Genova. Al sindaco poi Toti, tramite la fondazione, darà 102mila euro.

La famiglia Gavio, che è anche una delle titolari delle concessioni autostradali, compare invece ad autunno 2016 con due bonifici da due società a loro legate: il 28 ottobre 2016 arrivano 15mila euro dal Terminal San Giorgio Srl, la stessa che nel 2017 ottiene il rinnovo di una concessione senza gara; a giugno 2017 20mila dalla società Autoservice 24. Nel registro dei movimenti, si trovano poi i costruttori: 10mila euro arrivano dalla Pessina costruzioni Spa e vengono versati il 17 marzo 2016. L’azienda è stata azionista di maggioranza de l’Unità e a La Spezia ha vinto l’appalto nel 2015 per la costruzione del nuovo ospedale di La Spezia. Nello stesso mese arrivano poi 10mila euro dalla Gip Spa, Gruppo investimento portuali, che è di proprietà per il 5% dell’imprenditore marittimo Giulio Schenone e per il resto dei due fondi di investimento stranieri Infravia e Infracapital. La Gip Spa, come ricostruito da l’Espresso, ha in carico la gestione del terminal Sech a Genova. E come, scrive il settimanale, sarà poi il fedelissimo di Toti Paolo Emilio Signorini, diventato capo dell’autorità portuale, a rinnovare la concessione alla Gip. La gara non venne mai messa a bando.

Nella lista c’è pure Giovanni Calabrò: imprenditore condannato per bancarotta in Italia, ha donato 27mila euro nel 2015 in piena campagna elettorale e lo ha dichiarato al Parlamento. Poi due anni dopo sceglie la via del finanziamento alla fondazione. Comprare anche Aldo Spinelli, ex presidente del Genoa calcio e poi del Livorno: versa, scrive l’Espresso, tra il 2017 e il 2018, 25mila euro. I bonifici sono due, il secondo dei quali arriva dopo aver ottenuto la concessione per l’uso di 14mila metri quadri di banchine. Durante la campagna elettorale del 2015 aveva dato 15mila euro al comitato per Toti presidente.

Ma a chi sono andati i soldi di Change? La maggior parte delle donazioni (173mila euro) sono andate sui conti personali di Toti. Tra cui circa 30mila euro in un anno per dormire nell’hotel quattro stelle Valadier a Roma, oppure per ristoranti a Forte dei Marmi e Saint Tropez. E pure per una rata del mutuo. Tra i riceventi ci sono poi politici del Carroccio. Segnale di un legame tra i due partiti di cui Toti è sempre stato considerato il fautore principale. Quindi tra le donazioni da segnalare ci sono 1000 euro al sindaco leghista Giacomo Chiappori prima dell’elezione del 2016; 5mila euro a Ilaria Caprioglio sindaca di Savona della Lega. Poi ci sono Pierluigi Peracchini, eletto a La Spezia (a lui vanno 67.500 euro) e Marco Bucci (102mila euro).

 

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