Nuova giornata di tensioni dialettiche lungo l’asse Roma-Bruxelles, con lo spread tra Btp e Bund tedeschi che tocca un nuovo picco. La manovra annunciata dall’Italia, con la nota di aggiornamento del Def che prevede che il deficit salga al 2.4% nel 2019, non piace alla Commissione Europea, che torna a mettere i paletti dopo le ore convulse vissute ieri sui mercati e nella riunione dell’Eurogruppo.

Ad aprire la fila delle dichiarazioni di giornata è stato in mattinata Luigi Di Maio: “Non c’è nessun complotto da parte dei membri della Commissione, ma è assodato che sperano che questo governo cada“, ha detto il vicepremier ospite della alla trasmissione Non stop News su Rtl 102.5 scegliendo la via del dialogo ma non rinunciando a lanciare un messaggio alle istituzioni comunitarie: sulla manovra “noi non torneremo indietro di un millimetro”, ha proseguito il leader M5s . “Se necessario spiegheremo questa manovra nelle piazze” per far conoscere le misure adottate per la crescita dell’economia. Il governo su questo, assicura l’esponente del M5s, “è compatto”. Nel frattempo la nota di aggiornamento al Def continua il proprio iter: il governo ha rispettato l’impegno di aggiornarlo entro la data prevista e il fatto che il testo ancora non ci sia “vuole dire che la stiamo mettendo a punto per mandarla alle Camere domani“.

Se ieri aveva attaccato il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici accusandolo di fare “terrorismo sui mercati, oggi il vicepremier M5s utilizza toni più pacati: “Non c’è nessun complotto da parte della Commissione Ue” i cui esponenti rappresentano partiti e leader politici, da Macron alla Merkel, da Renzi a Gentiloni, ma è “assodato che sperano questo governo cada”. La questione è che non “devono dare colpi bassi”, ha proseguito Di Maio, che non ha rinunciato a tornare sull’avvertimento rivolto da Jean-Claude Juncker all’Italia da Friburgo (“Con l’Italia bisogna essere rigidi per evitare una nuova Grecia”): “gli interventi di Juncker e altri commissari europei sono avvenuti “quando lo spread si era abbassato“.

Bruxelles  mantiene la linea tracciata ieri dall’Eurogruppo e da Juncker: “La Commissione ha introdotto una comunicazione sull’uso della flessibilità, e l’Italia è il Paese che più ne ha beneficiato – premette il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis – Ora, il problema è che le discussioni sulla bozza di manovra vanno in una direzione che sostanzialmente oltrepassa questa flessibilità, e Juncker ha detto che dobbiamo essere rigidi ed equi e applicare le regole del Patto. Ed è quello che la Commissione è pronta a fare“.

Una posizione condivisa dall’Austria, presidente di turno dell’Ecofin: “C’è la necessità di chiarire” da parte dell’Italia quali siano i suoi piani di bilancio, ha detto il ministro delle finanze austriaco H. Loeger, perché “c’è una discussione tra gli stati membri” in quanto “l’Eurogruppo è un Unione monetaria, siamo insieme in questa famiglia e dobbiamo risolvere insieme la situazione della stabilità”. “Se ci sono regole devono essere rispettate, queste sono le aspettative che ho sentito anche da parte degli altri altri Stati membri”.

Parole cui Di Maio risponde a margine del Forum del Terzo Settore: dalla Ue”sto vedendo un’aggressione preventiva, che dimostra tutto il pregiudizio verso l’Italia”, ha affermato il vicepremier, sottolineando che “le istituzioni europee non hanno ancora letto la manovra e nemmeno la nota di aggiornamento del Def”. Quindi, “cominciare ad attaccare senza ancora averla letta sta soltanto alterando i mercati, creando tensioni sui mercati. Allora lo dicano che l’obiettivo è questo”.

A pronunciare parole intese a rassicurare partner europei e mercati è Giuseppe Conte: “L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria e ci tengo a ribadirlo: l’euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile – ha affermato il presidente del Consiglio – Qualsiasi altra dichiarazione che prospetti una diversa valutazione è da considerarsi come una libera e arbitraria opinione che non ha nulla a che vedere con la politica del governo che presiedo, perché non contemplata nel contratto posto a fondamento di questa esperienza di governo”.

“Stiamo ultimando i dettagli di una manovra seria e coraggiosa – ha proseguito il capo del governo – volta a sostenere la crescita nel segno dello sviluppo sostenibile e dell’equità sociale. Noi rispettiamo le nostre prerogative sovrane e rispettiamo altresì le Istituzioni dell’Unione Europea che abbiamo contribuito a fondare e che rimane la nostra casa comune. Ci avviamo a dialogare con le Istituzioni europee con serenità e rispetto dei ruoli, fiduciosi di poter dimostrare, carte alla mano, la bontà del lavoro sin qui fatto”.

“Abbiamo predisposto il più grande piano di investimenti della storia italiana – ha detto ancora Conte – ampliando di 15 miliardi nei prossimi tre anni lo stanziamento di 38 miliardi già previsto per i prossimi quindici anni. Vogliamo dare al Paese infrastrutture moderne e sicure, rendendolo un laboratorio permanente di innovazione e sviluppo. Tutto il governo, compatto, è al lavoro con questo obiettivo”.

Anche Di Maio è tornato a difendere la manovra: “Spero di sì“, ha risposto a chi chiedeva se ritenesse possibile un aumento del Pil del 2% il prossimo anno grazie alle misure adottate a sostegno della crescita. Se l’Italia ci crede, ha avvertito il leader del M5S, “possiamo fare molto di più“.

Al di qua delle Alpi resta ancora aperto il fronte con i cosiddetti tecnici. “Ho visto il Ragioniere generale dello Stato Franco una sola volta nella vita, non posso dire che è il mio migliore amico – ha detto Di Maio tornando sulle polemiche della scorsa settimana – So solo che tutto va controllato dal vaglio politico per riappropriarci del potere democratico sul potere tecnocratico”. “Il Ragioniere generale deve preparare la Nota di aggiornamento al Def su impulso dei politici. Per questo noi in queste ore stiamo rileggendo tutto quello che è stato scritto; dopo quella è la Nota – ha spiegato il vice premier – Il tema è, ed è sbagliato, il fatto che si affidi solo ai tecnici la redazione delle misure, prima si è fatto così e anche loro erano abituati così”.

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