Si sa che l’Italia è un Paese in ritardo in tanti settori, uno è quello dei veicoli elettrici. Le statistiche più recenti parlano chiaro, siamo il fanalino di coda in Europa per tutti i parametri: numero di veicoli elettrici circolanti, punti di ricarica e vendite annuali. Forse, però, le cose stanno cambiando. La settimana scorsa si è tenuta a Milano la II° Conferenza nazionale dell’elettromobilità e l’impressione è che si cominci a fare sul serio. Non era più una conferenza di dilettanti con i loro trabiccoli, erano aziende importanti, veicoli di serie e una generale atmosfera di competenza unita alla consapevolezza che – finalmente – ci stiamo muovendo nella giusta direzione di una transizione verso una mobilità pulita e sostenibile.

Fra le tante cose, al convegno è stato presentato il rapporto dell’European climate foundation intitolato Fuelling Italy’s Future – Come la transizione verso una mobilità a basse emissioni di carbonio rafforza l’economia. È uno studio dettagliato delle prospettive del trasporto elettrico in Italia, arriva a conclusioni che già ci potevamo aspettare sulla base dell’esperienza in altri Paesi, ma che è confortante sapere che sono valide anche per l’Italia.

Il rapporto mette alcuni punti fermi sulla situazione e smentisce le innumerevoli leggende sull’argomento veicoli elettrici: non è vero che inquinano più di quelli a benzina, non è vero che le batterie non si possono riciclare, non è vero che l’autonomia dei veicoli elettrici è troppo bassa, non è vero che la rete elettrica italiana non potrebbe gestire un gran numero di veicoli elettrici. E non è nemmeno vero che i veicoli elettrici sono così cari da essere fuori mercato: sì, il prezzo di acquisto è alto, ma se si tiene conto del minor costo dell’energia, della loro maggiore efficienza e del minor costo della manutenzione, il vantaggio economico nell’arco di vita del veicolo è per il veicolo elettrico.

Per non parlare del miglioramento della qualità dell’aria e della riduzione del riscaldamento globale. In sostanza, dice il rapporto, se avremo voglia di investirci sopra, sarebbe possibile arrivare ad avere oltre il 90% di veicoli elettrici in Italia entro il 2050 – un bel risultato se teniamo conto che partiamo, oggi, da poco più dello 0,1%. E, per finire, il rapporto fa notare che passare all’elettrico farebbe alla bilancia dei pagamenti del Paese, come pure creerebbe un gran numero di posti di lavoro.

C’è molta buona volontà in molti ambienti per far diventare realtà il futuro pulito ed elettrico che il rapporto dell’European Climate Foundation ci propone. Ci arriveremo davvero? Non è ovvio, un ostacolo è l’inerzia e la diffidenza sia del pubblico, così come come degli operatori del settore. Provate ad andare da un concessionario e dire che volete comprare un veicolo elettrico, forse non vi rincorreranno con un randello in mano ma, da certe cose che si raccontano, alle volte poco ci manca. Quindi, è difficile pensare di poter scardinare la resistenza passiva di certi ambienti senza un intervento a livello legislativo – per esempio per forzare le case automobilistiche a produrre almeno una certa frazione di veicoli a emissioni zero. Su questo punto, il 3 Ottobre, il Parlamento europeo sarà chiamato a esprimersi sui nuovi standard di Co2 per le auto post 2020.

C’è poi un problema più serio. Al convegno ho sentito un oratore definire la transizione verso i veicoli elettrici “una rivoluzione”. Ha ragione, è proprio una cosa rivoluzionaria nel senso che cambia profondamente certe cose. Pensate al mercato del petrolio, sono migliaia di miliardi di dollari all’anno, senza contare tutto l’indotto, dalle raffinerie all’industria chimica. Ora, considerate che oltre il 70% del petrolio estratto viene usato come combustibile e tenete conto che l’industria petrolifera lavora spesso su margini molto piccoli.

La diffusione dei veicoli elettrici distruggerebbe una frazione importante del mercato dei combustibili e il risultato potrebbe benissimo essere il crollo dell’industria del petrolio globale. Quindi, non pensate che l’industria petrolifera prenda la rivoluzione elettrica come una cosa positiva: faranno tutto il possibile per evitarla e già stiamo vedendo l’inizio di una campagna di demonizzazione dei veicoli elettrici sulla stampa e sul Web. Ma certe cose sono inevitabili. Una di queste è che dovremo smettere di consumare petrolio prima o poi e, prima lo facciamo, meglio è. Il trasporto elettrico deve arrivare ed è bene cominciare a prepararsi.

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