Jean-Claude Juncker avverte il governo M5s-Lega dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al Def che prevede che il deficit salga al 2.4% e che oggi è stata protagonista nella riunione dell’Eurogruppo tenuta a Lussemburgo. “L’Italia si sta allontanando dagli obiettivi di budget su cui avevano trovato un accordo a livello comunitario”, ha detto il presidente della Commissione Ue durante un discorso tenuto in Germania. “Non vorrei che, dopo essere stati in grado di fronteggiare la crisi della Grecia, finissimo per piombare nella stessa crisi con l’Italia. Una crisi di questo tipo ci è bastata”. “Se dessimo all’Italia altra flessibilità, sarebbe la fine dell’euro. Per questo dobbiamo essere molto rigidi”, le parole di Juncker riportate dall’agenzia Reuters.

Poco dopo uno dei portavoce affida all’Ansa una precisazione circa le parole pronunciate dal presidente della Commissione: “Dobbiamo evitare che l’Italia reclami trattamenti speciali che, se concessi a tutti, significherebbero la fine dell’euro”, l’affermazione rettificata. Parole cui replica Matteo Salvini: “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini aggiungendo: “Basta minacce e insulti dall’Europa, l’Italia è un paese sovrano“.

Vira, invece, sul piano pratico la posizione di Pierre Moscovici: “Nel dialogo che dovremo condurre, la posizione della Commissione Europea è quella di tentare di convincere le autorità italiane di ritornare verso l’obiettivo di medio termine, che è la regola di finanza pubblica che bisogna seguire”, ha detto in serata il commissario Ue agli Affari economici. Che ha riproposto il paragone con la crisi greca: “Abbiamo proposto una politica di bilancio espansiva qualche anno fa – ha replicato il commissario a chi gli domandava della politica leggermente espansiva proposta dalla Commissione Ue – E in più l’Italia è con la Grecia il Paese con il debito più elevato. Se anche avessimo proposto una linea di bilancio espansiva, non sarebbe stato per questi Paesi in particolare. Per quanto ne sappiamo, l’Italia sarà l’unico Paese ad avere una politica di bilancio espansiva, con un problema di debito elevato”.

Le parole di Juncker e Moscovici arrivano al termine di una giornata caratterizzata da un lungo scambio lungo la direttrice Roma-Bruxelles, caratterizzata dalla chiusura in rialzo dello spread tra Btp e Bund a quota 282 e dopo l’uscita dalla riunione dell’Eurogruppo del ministro dell’Economia italiano Giovanni Tria. Che incontrando i giornalisti prima del rientro in Italia da Lussemburgo ha spiegato: il 2,4% “è un numero che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee ma fa parte della normale dinamica europea, è sempre accaduto a molti Paesi nel corso degli ultimi decenni, se andate a vedere il numero di Paesi che sono in regola con tutte le regole europee sono pochissimi. Non significa che non bisogna cercare di rispettarle, ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”.

Ai giornalisti che domandavano se durante il vertice si fosse discusso del piano presentato dal governo per il deficit, il ministro ha spiegato: “Oggi non è stato discussa la nota del Def, i colleghi ministri mi hanno chiesto alcuni dati e io li ho forniti. Non c’è stata alcuna discussione”. “Il problema è la qualità della manovra – ha proseguito – e questa manovra è di crescita, se vinciamo la scommessa della crescita tutto va bene, sennò cambieremo manovra come sempre bisogna fare”. “D’altra parte tutte le strategie dei governi precedenti non hanno dato risultati quindi dobbiamo un po’ cambiare: il debito ha continuato a crescere, la disoccupazione non si è ridotta, il tasso di crescita è rimasto sempre un punto sotto Ue. Noi puntiamo a colmare il gap con la Ue entro due anni“. Riguardo alle parole di Juncker, poi, Tria ha assicurato: “Non ci sarà alcuna fine dell’euro”, ha detto il ministro. “Io parlato con Moscovici e Dombrovkis, non con Juncker. Sarà una sua opinione“.

Tria: “Partner europei stiano tranquilli” – “Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”, assicurava poche ore prima il ministro entrando all’Eurogruppo. Anzi, aggiungeva: i partner europei stiano “tranquilli” perché “il rapporto debito/Pil scenderà” nel 2019 che è il vero fardello dell’economia italiana e attualmente al 131%. Ma a sentire i colleghi di Tria, a questo vertice in Lussemburgo i ministri europei non entravano affatto tranquilli.

Le critiche di Dombrovskis e Moscovici – Una posizione tra l’attesa e lo scetticismo, sintetizzata da una prima dichiarazione del vicepresidente della commissione europea Valdis Dombrovskis: “Aspettiamo la bozza di legge di stabilità”, dice, ma “a una prima vista” i piani di bilancio italiani “non sembrano compatibili con le regole del Patto”. E poi dallo stesso concetto espresso del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici: “Per il momento quello che so è che il deficit del 2,4 per cento (prevista dalla Nota al Def, ndr), non solo per l’anno prossimo ma per tre anni, rappresenta una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni presi”. 

Moscovici entra più nel dettaglio: “Il governo italiano sembra privilegiare la spesa pubblica”, afferma, cosa che “potrebbe portare ad una leggera crescita” e ad un “guadagno politico, ma alla fine bisogna dire agli italiani che sono loro che pagano”. “Noto che l’Italia è il solo Paese nella zona euro che avrà nel 2019 una politica espansionista e di rilancio, pur essendo uno dei Paesi più indebitati. La questione è se sia la buona politica, se sia credibile, solida ed efficace per l’Italia”, ha aggiunto. “Io non sono mai stato partigiano dell’austerità – aggiunge – Non penso che bisogna impedire ad un Paese di fare le sue spese sociali, o promuovere investimenti, e so che l’Italia ne ha bisogno. Ma per fare questo, quello che serve sono buone scelte, definire le priorità politiche, e non procedere ad un’accumulazione delle spese pubbliche. E’ per questo che la Commissione è qui per difendere le regole che non sono regole assurde, astratte, austeritarie, ma protettrici dei cittadini, anche dei cittadini italiani che se si indebitano, si impoveriscono“.

Di Maio: “Giocano a fare terrorismo sui mercati” – Impegni presi proprio da Tria che aveva assicurato agli altri colleghi un deficit in manovra dell’1,6 per cento. “Stamattina a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato – dice il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio – Moscovici, che non è italiano, si è svegliato e ha pensato bene di fare una dichiarazione contro l’Italia, contro il Def italiano e creare tensione sui mercati”. Il ministro sottolinea che “per fortuna la Borsa sta per chiudere. Da domani continueremo a spiegare che il 2,4 per cento non è una misura molto lontana da quella che facevano altri. Solo che se lo fanno la Lega e il M5s non va bene”. Tradotto: c’è “qualche istituzione europea che, con le sue dichiarazioni, gioca a fare terrorismo sui mercati“.

La risposta di Moscovici si fa attendere solo qualche ora: “Cerchiamo di raffreddare la situazione – afferma il commissario – ho visto che Luigi Di Maio mi accusa di terrorismo o di terrorizzare i mercati: non ha senso. Il mio ruolo come commissario è fare in modo che le regole siano rispettate da tutti”. “Quello che può creare turbolenze non sono le mie parole, ma quello a cui reagisco. Se l’unico modo per evitare turbolenze di mercato è quello di dire che le regole sono sbagliate, allora non avrebbe alcun senso. Evitiamo le escalation“, conclude Moscovici.

Centeno: “Italia dimostri di aver bilancio credibile” – Nel tardo pomeriggio era arrivato anche il monito di Màrio Centeno: “La situazione dell’Italia non era sull’agenda”, ma i numeri del bilancio presentati dal Governo “hanno sollevato preoccupazioni che devono essere affrontate subito”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo al termine della riunione. “Il ministro Tria ha dato delle spiegazioni – ha proseguito il ministro dell’Economia portoghese – abbiamo avuto un buono scambio. Siamo tutti d’accordo su cosa è in ballo. Sta al governo dimostrare di avere un bilancio credibile e sostenibile“. I numeri annunciati dal governo italiano la scorsa settimana, ha proseguito Centeno, “presentano preoccupazioni, e i membri dell’Eurogruppo hanno espresso queste preoccupazioni al ministro Tria”. Per giudicare “nel complesso” la manovra “bisogna comunque aspettare quando l’Italia presenterà tutte le cifre“. Ma “la matematica comunque non è difficile, perciò ho menzionato le preoccupazioni” dell’Eurogruppo.

Scambi a distanza che rendono un po’ più complicato il compito del ministro dell’Economia italiano. Quello di oggi, infatti, è il primo confronto in cui Tria è chiamato a spiegare la manovra, come ha ripetuto in questi giorni, in modo che “il giudizio” degli altri Paesi “possa cambiare. In realtà il percorso di “spiegazione” si annuncia molto lungo tanto più che Tria – secondo fonti di Palazzo Chigi – potrebbe rientrare in anticipo rispetto al programma per chiudere il lavoro sulla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza prima della trasmissione al Parlamento (arriverà in Senato il 10 ottobre). Un rientro in anticipo rispetto alla consueta missione di due giorni che prevede per domani anche la riunione dell’Ecofin, cioè il vertice allargato a tutti i ministri dei 28 membri dell’Unione. Al posto di Tria potrebbe quindi partecipare al vertice dei ministri economici dell’Unione il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera.

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