Mercati nella bufera all’indomani dell’approvazione in consiglio dei ministri della Nota di aggiornamento al Def, base della manovra da presentare entro il 20 ottobre, in cui il governo ha indicato che il rapporto deficit/pil il prossimo anno salirà al 2,4% per rimanere su quel livello fino al 2021. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund, termometro del “rischio Italia” percepito dagli investitori, dopo i primi scambi si è spalancato passando dai 235 punti di giovedì sera a quota 265, per poi chiudere a 267. Ma durante la giornata è arrivato anche a sfondare i 280 punti con il tasso di interesse pagato dal titolo decennale italiano che è volato oltre il 3%, a 3,2 punti percentuali. La distanza con la Grecia si è così fatta sempre più stretta, con i titoli di Atene che pagano un punto percentuale in meno di interessi rispetto a Roma. Su anche lo spread tra i titoli a due anni di Italia e Germania, salito a 162 punti base dai 126 della chiusura di giovedì. Tuoni e lampi anche sul fronte azionario: Piazza Affari ha aperto in rosso, a -2%, per poi sprofondare fino al 4% e chiudere a -3,7%. Pesantissimi tutti i titoli del credito, affossati da vendite sono andate in parallelo con quelle sui titoli di Stato. Banco Bpm ha lasciato sul terreno più dell’9%, Bper e Intesa oltre l’8 per cento, Ubi poco meno.

Verso manovra da 40 miliardi – Stando ai primi calcoli basati sugli annunci di giovedì, la manovra 2019 varrà in tutto circa 40 miliardi, di cui 27 in deficit e 13 di altre coperture ancora da dettagliare (dalla spending review alla pace fiscale). Nel conto rientrano 12,5 miliardi per l’Iva, 10 per il reddito di cittadinanza, circa 7 per quota 100 per le pensioni, 1,5 miliardi per i risparmiatori truffati, 1,5 per la flat tax per gli autonomi, 1 miliardo per l’Ires. Alle spese indifferibili vanno 3,6 miliardi e 3-4 miliardi ai maggiori interessi sul debito. L’Osservatorio sui conti pubblici dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli calcola però che gran parte dell’aumento del deficit non servirà a finanziare le misure volute da Lega e M5s perché al disinnesco degli aumenti Iva vanno sommati la maggiore spesa per interessi, l’effetto sulle entrate della minore crescita 2018 e le spese indifferibili. Di conseguenza “lo spazio di manovra che rimane per l’attuazione del programma di governo è di circa 0,4 punti di Pil (circa 7 miliardi)”.

Analista: “Rischio che le agenzie taglino il rating” – “Avere un rapporto deficit/Pil così alto per un Paese con un debito elevato come l’Italia è pericoloso per la stabilità finanziaria“, commenta con l’Ansa Vincenzo Longo, market strategist di Ig. “Ci sono dubbi sull’affidabilità delle stime del governo, che paiono troppo ottimistiche su come recuperare le somme per le misure che ha varato. Con la conseguenza che invece che al 2,4% il deficit/Pil si attesti al 3%“, osserva l’analista, segnalando come altro fattore che spaventa gli investitori sia il “rischio concreto che le agenzie di rating taglino di un gradino il giudizio sull’Italia, al limite tra investment grade e speculative grade, sotto il quale quale i nostri bond diventano junk. E i primi a subire gli effetti negativi saranno le banche”.

Di Maio: “Debito giù grazie a investimenti”. Cottarelli: “Non se non si fanno trucchi” – Secondo il vicepremier Luigi Di Maio “il debito scenderà perché gli investimenti che andremo a fare quest’anno creeranno una crescita economica inaspettata”. Ma Cottarelli ha spiegato che con il deficit al 2,4% il debito non può scendere a meno di non “ricorrere a un po’ di trucchi, come indicare comunque lo 0,3% da privatizzazioni, anche se non sembra che il governo vada in questa direzione, o rivedere l’aggiustamento stock-flussi, sul quale, come abbiamo spesso lamentato, non c’è mai stata trasparenza”.

Garavaglia: “Bocciatura Ue è scontata” – Il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, parlando a 24 Mattino su Radio 24, ha detto che “la bocciatura” da parte della Commissione europea della manovra che verrà presentata in ottobre e incorporerà il deficit al 2,4% “è nelle regole, è scontato che ci sarà una bocciatura avendo fatto uno scostamento rispetto a quello che era il percorso”. Che l’esito sarà questo è stato confermato in mattinata anche dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che ha definito il provvedimento “fuori dai paletti” e ha sottolineato: “Si possono benissimo fare delle misure sociali, riducendo il deficit. Come? Facendo delle scelte, tagliando spese che non sono efficaci, e ce ne sono. E aumentando le spese che preparano l’avvenire, che sono per la giustizia sociale. Quando si è indebitati si è incatenati e non si può agire. Non c’è più margine per i servizi pubblici“. Secondo Garavaglia in ogni caso “poi bisogna sedersi a un tavolo e vedere quello che facciamo: bocciamo solo l’Italia e il resto del mondo va bene? Si vota anche, in Europa…ma sono considerazioni politiche più che economiche. Con l’1,9 il governo andava a casa e allora sì che ballavano i mercati”.

“Pace fiscale fino a 500mila euro” – La Nota non è ancora stata pubblicata e il comunicato diffuso giovedì sera non contiene tabelle con i dati, ma si limita ad elencare i punti principali del “programma di politica economica e finanziaria del Governo illustrato nella NaDef” a partire da cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019, introduzione del reddito di cittadinanza con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego, introduzione della pensione di cittadinanza, prima fase dell’introduzione della cosiddetta flat tax tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani. Sulla pace fiscale a fornire qualche dettaglio in più è stato sempre Garavaglia: intervenendo ad Agorà su Rai 3 il leghista ha annunciato che il tetto per aderire alla sanatoria sarà “500mila euro. Personalmente un milione ci sta tutto, perché un’aziendina ci mette un attimo a cumulare un milione di arretrati. Però anche 500mila ci può stare”.

I punti principali del programma economico – Il comunicato del cdm elenca anche, tra i punti principali della prossima manovra, introduzione della pensione di cittadinanza, introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero), taglio dell’imposta sugli utili d’impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi. Segue il “rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato”. La nota cita anche “un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio”, “politiche di rilancio dei settori chiave dell’economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni”, “stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie”.

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