L’ansia anticipatoria non serve a nulla, ma lei non lo sa e ama interporsi tra noi e il quieto vivere ogni volta che le è possibile. Possiamo chiamare ansia anticipatoria quell’agitazione dovuta al pensiero di eventi che si verificheranno o potrebbero verificarsi in futuro e di cui, di solito, non abbiamo il controllo, ci si preoccupa per una possibilità senza avere la certezza che questa si realizzi, la sola ipotesi è sufficiente a scuoterci. Solo il futuro ci confermerà, o meno, l’avverarsi di un evento, dovrebbe essere inutile sprecare in ansia l’intervallo di tempo tra il presente e quell’evento stesso, ma la maggior parte di noi ama vivere sul filo del rasoio, mettiamola così. L’essere umano è il miglior generatore d’ansia presente sul mercato, sicuro, preciso e affidabile.

Ricordo di un mio amico che mi confidò come risolse, dopo svariato tempo in cui non ne veniva a capo, i suoi attacchi di panico e l’ansia che gli provocava il pensiero che potessero presentarsi in qualunque momento, anche i meno opportuni e più rischiosi, mi disse che si arrese. Se qualcosa di brutto gli doveva succedere, a causa di un attacco di panico, non aveva il potere di prevenirlo qualsiasi cosa facesse o pensasse, quindi tanto valeva continuare a vivere come aveva sempre fatto, non avrebbe sprecato il tempo, tra il presente e quello che gli sarebbe potuto succedere, preoccupandosi ancora per ciò che gli era impossibile controllare. Questo cambio di prospettiva fu rivoluzionario, smise di aver paura, accettò quello che poteva venire, anche di male, e non ebbe più attacchi di panico. Quante psicoterapie e analisi ci risparmieremmo, se la razionalità potesse farsi maggiormente spazio nel nostro mondo emotivo, ma è pur vero che la ragione senza il sentimento ci annoierebbe.

Chiariamo: l’ansia è sana e protettiva, tanto da essere data in dotazione a ognuno sin dalle prime fasi della vita, è solo il suo eccesso a essere deleterio. L’ansia ci avverte che qualcosa non va e che quindi bisogna correre ai ripari, se ho un esame tra pochi giorni è normale che sarò ansioso, a essere maggiormente problematico è un eccesso d’ansia. Se arrivo all’esame preparato, l’ansia non sparirà completamente (è stata inoltre positiva nella misura in cui mi ha incentivato a studiare), ma sarà gestibile, se vi arrivo impreparato questa sarà maggiormente invasiva, se ovviamente mi interessa superare la prova. Se sono preparato, ma l’ansia non mi permette di dare l’esame perché vado in tilt, questo è un problema e l’ansia ha superato il limite sano (e in quel caso è opportuno chiedere un aiuto).

Anche le cose migliori hanno un limite e una volta superato si trasformano nelle peggiori, se il limite lo si sa riconoscere, una sosta di riflessione nei suoi dintorni è consigliata, si impara qualcosa in più su di noi, con una certa fatica sicuramente, ma che si è ancora in grado di reggere.

Alcune cose possono essere prevenute, altre contenute, di certo non tutte possono essere controllate. Si fa poco per le prime due e ci si giustifica tanto con la terza, ansia permettendo.

Vignetta di Pietro Vanessi
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