Il libro Ritualità del silenzio. Guida per il cerimoniere funebre (Nuovadimensione 2018), di cui sono curatrice, è soprattutto un percorso per chi vive la morte all’interno della propria esperienza professionale, per chi si confronta con il timore del futuro, che rende impervia l’esistenza di chi ha sperimentato la perdita di una persona cara o per chi vive o ha vissuto la malattia, portando a rappresentarla come un’esperienza umana più consapevole ed autentica.

La conclusione di un corso di formazione per cerimonieri funebri è stato lo spunto di alcuni dei partecipanti per concretizzare una riflessione di approfondimento teorico e professionale sulla figura del cerimoniere, per il quale non esistono testi rivolti a tutti.

Si è voluto infatti analizzare, su più fronti, alcune tematiche legate alla morte, con il comune denominatore di questa figura professionale e con l’intenzione di attrarre l’attenzione non solo di chi vi è interessato per ragioni professionali ma anche di chi voglia approfondirne aspetti diversi e più vicini alle esigenze ordinarie degli interessati.

I contributi molto differenti tra loro sia per il “taglio” dato sia per l’esperienza personale degli stessi autori, definiscono la figura del cerimoniere funebre, la cui evoluzione è attualmente oggetto di un movimento di ricerca, in un momento storico cruciale, tra la concezione del passato e quella innovativa legata al fine vita inteso come momento di accompagnamento alla morte.

La struttura del libro, disponibile da oggi (20 settembre), è costituita da interventi specifici e trasversali di nove autori coincidenti con i rispettivi capitoli.

Dal passato a oggi, la cerimonia funebre è guidata dalla figura del cerimoniere, la cui preminente finalità consiste nell’accogliere e accompagnare i dolenti nell’organizzazione dell’ultimo saluto al defunto, nelle differenti fasi rituali e nei diversi luoghi dell’addio. Dal momento del decesso alla scomparsa del feretro, nel percorso di allontanamento delle spoglie del defunto, l’azione collettiva del rituale funebre ha le funzioni di distribuire una parte del peso del dolore su tutta la comunità e, in un qualche modo, sostenere e non lasciare il dolente isolato con il proprio dispiacere.

Il cerimoniere funebre ha secondo me il ruolo fondamentale di prendersi cura dei dolenti e di accompagnarli sino alla conclusione del viaggio terreno del defunto: un telaio in cui parole, gesti e simboli prendono significato senza bisogno di alcuna spiegazione o narrazione.

Articolo Precedente

Caffeina lancia “Lezioni di democrazia” a Viterbo: tre giorni di dibattiti sul rapporto tra popolo e potere

next
Articolo Successivo

“Angeli terribili”, la storia del partigiano Cruchi “uomo iniquo e perverso”: il nuovo libro di Gianni Barbacetto

next