Bonifici e utilità per oltre 1 milione di euro. Il palazzinaro che concede favori e finanzia in maniera illecita le associazioni legate al politico di turno, pur di “oliare” la macchina e raggiungere i propri obiettivi. Storia vecchia ma sempre attuale nella Roma delle speculazioni edilizie e delle delibere urbanistiche ad personam. Tornano al centro delle cronache gli affari di Sergio Scarpellini, anziano imprenditore capitolino amico dei potenti. Le indagini sui rapporti del costruttore con Manlio Vitale, “Er Gnappa” della Banda della Magliana (ai tempi legato ad Abbatino e a De Pedis) hanno già coinvolto l’ex dirigente del Campidoglio, Raffaele Marra, le cui vicende, di riflesso, hanno anche messo in difficoltà l’attuale sindaca Virginia Raggi, che a inizio consiliatura lo aveva scelto come suo uomo di fiducia. Stavolta, i pm della procura di Roma hanno trovato nella rete dell’imprenditore anche i nomi dei vertici di Ala, Denis Verdini e Massimo Parisi, e dell’ex vicegovernatore del Lazio, Luciano Ciocchetti (oggi uomo di Raffaele Fitto). Insieme a loro anche Mirko Coratti, ex presidente dell’Assemblea Capitolina e già condannato in appello nel processo su Mafia Capitale, oltre naturalmente al sindaco di Ponzano Romano, Enzo De Santis (arrestato questa mattina) e al presidente del consiglio comunale di Capena, sempre in provincia di Roma.

GLI IMMOBILI “REGALATI” A VERDINI E CIOCCHETTI” – Le indagini relative a Verdini e Parisi come quelle di Ciocchetti e Coratti, hanno un unico denominatore: l’utilizzo gratuito di immobili a favore dei rispettivi partiti e associazioni. Uffici di proprietà della Milano ’90 di Scarpellini, società che in passato “prestava” locali anche al comune di Roma. Presso i locali di via Poli 29 a Roma, infatti, Verdini e Parisi avevano stabilito la sede di Ala, il gruppo parlamentare creatosi in Parlamento per sostenere il governo di Matteo Renzi. Dai calcoli dei magistrati, dal 3 agosto 2015 al 25 novembre del 2016 i verdiniani avrebbero evitato di corrispondere affitti per circa 95.000 euro, sebbene dalle carte firmate dal sostituto procuratore Barbara Zuin ancora non si evince l’utilità che lo stesso Scarpellini avrebbe ricevuto (o potuto ricevere). Stessa cosa per Ciocchetti, che avrebbe occupato dal 10 gennaio del 2012 al 25 febbraio 2016 un immobile di via Lucrezio Caro (quartiere Prati) risparmiando almeno 200mila euro: in questo caso, le associazioni “I Moderati per la Terza Fase”, “Alma Aurea Onlus” e “Udc Provincia di Roma” hanno ottenuto contributi sospetti rispettivamente per 35.000 e 10.000 euro.

CORATTI E I PROGETTI IMMOBILIARI – Molti dettagli in più, invece, sono presenti nei capitoli riferiti a Coratti. Scarpellini, proprietario di moltissimi terreni a Roma e provincia, ha interesse in diverse partite urbanistiche tuttora aperte al comune di Roma e in Regione Lazio. Fra queste, il cosiddetto Progetto Centralità Romanina, il piano di lottizzazione convenzionato Acqua Acetosa Ostiense e la realizzazione di edilizia residenziale pubblica nel quartiere di Acilia. A queste e ad altre vicende, secondo i magistrati, servivano i rapporti con Coratti (prima influente consigliere del Pdl e poi presidente d’Aula con il Pd) e con Ciocchetti. In particolare, Coratti per 8 anni ha occupato con la sua associazione Rigenera (citata anche in Mafia Capitale) alcuni locali nella centralissima Piazza Cavour, risparmiando grazie al costruttore ben 300mila euro. “Avrei voluto vendere l’appartamento – raccontava Scarpellini ai magistrati il 22 dicembre del 2016 – ma non sono riuscito a venderlo perché non era stato ancora liberato da Coratti. Io gli ho consentito di entrare pur senza pagamento e senza contratto ed ho lasciato che lui abitasse lì per 8 anni: nonostante le mie richieste non voleva lasciarlo”. Come se non bastasse, l’1 dicembre del 2012 Scarpellini aveva finanziato l’Associazione Rigenera con diecimila euro. “La Milano 90 – racconta Scarpellini – era proprietaria di un terreno sulla Tuscolana dove abbiamo intenzione di costruire un centro commerciale, ma bisogna ottenere tutte le autorizzazioni amministrative”. I progetti sono ancora fermi in Campidoglio.

LA SUPERSTRADA TIBERINA-A1 – Gli interessi di Scarpellini, naturalmente, andavano oltre i confini del Grande Raccordo Anulare. Quando si possiede un terreno e vi si realizza sopra una strada ad alta percorrenza, quegli appezzamenti di terreno guadagnano valore in maniera esponenziale. Era proprio quello a cui mirava, secondo le ipotesi inquirenti, il costruttore. Ed è anche per questo che Scarpellini finanziava due società di calcio dilettanti, la Asd Valle del Tevere legata a Enzo De Santis, sindaco di Ponzano Romano, e il Capena Calcio, vicina all’influente consigliere comunale di Capena, Dario Sestili, e all’ex sindaco di Capena, Paolo Di Maurizio (non indagato). “Sergio, noi abbiamo intenzione di proseguire quella strada che è tipo un’autostrada – dice Sestili in un’intercettazione al telefono con Scarpellini – ma abbiamo la tua disponibilità noi a settembre?”. Proprio quella strada complanare fra la via Tiberina e l’Autostrada A1, doveva essere realizzata dalla Marem Spa del gruppo Scarpellini, insieme a un edificio polifunzionale a vocazione fieristico commerciale. Ancora più profondi i rapporti con Ponzano Romano, “dove – racconta Scarpellini nell’interrogatorio del 22 dicembre 2016 – ho un’area di 25 ettari comprata per costruirvi un polo logistico. La costruzione è ferma perché vi provvederà solo se avrò la certezza di trovare acquirenti. Sempre a Ponzano ho un altro terreno dove intendo costruire un albergo e il progetto deve essere portato alla Regione”. E ancora: “Enzo De Santis mi chiama spesso per avere dei bonifici a titolo di contributo per la squadra di calcio: glieli ho sempre fatti”. Contributi che alla fine raggiungeranno la cifra di 412.940 euro e che riguarderanno non solo la Valle del Tevere Calcio ma anche le società di proprietà di Valentina De Santis.

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