Due scuole inagibili, oltre 200 alunni spostati in sedi diverse e più di 800 ragazzi che dovranno aspettare ancora un po’ per sentire il suono della campanella. Inizia così l’anno scolastico in Molise – dove sono 38.079 gli studenti – ad un mese dalla serie di scosse in provincia di Campobasso. La stessa provincia che nel 2002 era stata teatro del sisma di San Giuliano dove proprio sotto le macerie della scuola elementare Jovine hanno trovato la morte 27 bambini e una maestra.

Se parli con loro, i molisani, quello di agosto è un “terremoto fantasma”, del quale “nessun giornale nazionale parla”, per una regione definita troppe volte “inesistente”. Eppure la scia sismica che ha interessato il Basso Molise a partire dal 14 agosto con la scossa più forte di 5.1, a distanza di un mese e dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza in consiglio dei ministri vede ancora una settantina di persone nelle tendopoli e 420 persone sfollate a causa dell’insicurezza delle abitazioni di residenza o per l’instabilità degli edifici vicini. Ma oggi, giorno di apertura delle scuole nella regione del centro sud, è alle campanelle che non suonano che va l’attenzione. Sono 2 gli edifici scolastici definiti “totalmente inagibili”: il Liceo Pedagogico di Guglionesi e l’istituto comprensivo primaria e secondaria di Portocannone, entrambi in provincia di Campobasso. Per circa 350 liceali senza banco nel primo Comune e 100 bambini della primaria e 60 della secondaria nel secondo.

Come fa sapere al Fattoquotidiano.it la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini, a Guglionesi i ragazzi del liceo non sono entrati in classe il 13 settembre ma dovranno aspettare qualche giorno. Mentre a Campomarino, paese a ridosso del litorale molisano il sindaco Gianfranco Cammilleri ha disposto una redistribuzione degli spazi scolastici – “tutti idonei anche dopo il sisma di agosto” – per fare posto alla casa Comunale risultata, invece, inagibile. Un’azione che ha reso necessario il ricollocamento di circa 200 studenti che comunque inizieranno l’anno scolastico regolarmente.

Dalle parti dell’ufficio scolastico regionale quella della verifica degli istituti – “che è ancora in corso” – la considerano una vera e propria “lotta contro il tempo”, scattato a metà agosto con uffici tecnici in ferie e meno di un mese per smaltire gli accertamenti caldeggiati fin dalle prime ore dallo stesso ministro dell’istruzione Marco Bussetti. Il tutto mentre la terra non ha dato tregua, l’ultima di una serie di centinaia di scosse, è avvenuta il 9 settembre con epicentro a 5 chilometri da Montecilfone per una magnitudo di 2.1.

A Guglionesi e Portocannone le scuole inagibili – Se a Montecilfone, nella cittadina più vicina all’epicentro, a dare problemi è il serbatoio d’acqua e non le scuole – “tutte a norma dopo gli ultimi lavori” conferma il sindaco Franco Pallotta – chi ha più problemi è il comune di Guglionesi a meno di 10 chilometri dal centro sismico. Qui l’inagibilità totale del liceo Pedagogico ha innescato una serie di traslochi a catena che vedono interessati non solo i 350 liceali ma anche i 400 bambini di elementari e medie che torneranno tra i libri “a partire dal 17 settembre”, è la promessa del sindaco Mauro Bellotto. In mezzo non c’è solo il trasloco, ma una serie di accertamenti ulteriori nati da un esposto in procura e da un reclamo in prefettura ad opera di 20 genitori dei liceali.

Il primo cittadino, infatti, dopo il sisma aveva disposto lo spostamento dei ragazzi delle superiori nell’istituto delle medie di via Catania – controllato dai Vigili del fuoco e a Protezione Civile come tutti gli edifici pubblici dopo la scossa e ritenuto sicura dal sindaco. “L’istituto ha avuto adeguamenti e miglioramenti sismici nel 2006 rispetto alle norme del 2002”, dice al Fattoquotidiano.it il sindaco. Ma secondo il gruppo di mamme manca una parte di certificazione, come ad esempio quella del radon, dell’amianto, e non è indicato l’indice di collasso sismico. Altro rischio di cui parlano i genitori è relativo al “Palazzo Vernucci di 5 piani che è pericolante. Per i familiari dei liceali è troppo vicino. Ma stiamo verificando” assicurano dal dipartimento 750 studenti dovranno aspettare che si sbrogli questa matassa di verifiche e carte bollate.

Caso opposto quello di Portocannone, sempre nel Campobassano, dove il complesso di elementari e medie, è stato reso inagibile dall’ultimo terremoto all’alba dei lavori di adeguamento sismico che sarebbero partiti tra agosto e settembre. “Siamo stati costretti a spostare 60 bambini delle medie nel comune limitrofo di San Martino in Pensilis, che ci sta ospitando con tanto di reclami delle famiglie che vogliono i bambini vicini”, ammette il sindaco Giuseppe Caporicci. “Così abbiamo trovato una soluzione per la prima elementare, per i più piccoli, che sarà l’unica ad iniziare oggi in un’aula dell’asilo”. Per gli altri alunni si sta valutando un diverso edificio e per questo l’apertura per loro è stata posticipata al 24 settembre. “Sono disposto anche a pagarla in termini di consenso. Ma per me che sono padre di tre figli, il bene preminente è la sicurezza”.

Il 72% delle scuole molisane non sono adeguate alla normativa sismica, ma il 62% delle scuole ha la verifica – Per dirla con le parole della dirigente dell’ufficio scolastico regionale, i controlli post sisma sono un’occasione “per rifare il punto sull’edilizia scolastica in Molise che presenta, come ovunque, luci e ombre”. Stando ai dati forniti dalla Regione, sono 53 le scuole su cui si sono svolti i sopralluoghi dopo la forte scossa del 16 agosto. “Solo due sono risultate totalmente inagibili, e due parzialmente. Ma che possono diventare di nuovo agibili grazie a qualche lavoro”, spiega l’architetto Giuseppe Giarrusso capo del dipartimento Governo del territorio.

L’anagrafe scolastica regionale riporta che il 72% delle scuole molisane non sono adeguate alla normativa sismica, sul totale di 376 istituti. Dato che – spiegano dalla Regione – va letto alla luce delle diverse normative che si sono susseguite. “Una struttura che era a norma 10 anni fa, magari con la legge 38/2002 dopo il terremoto di San Giuliano. Oggi non lo è più con le nuove Norme tecniche di costruzione in zona sismica 2008, e con il successivo aggiornamento 2018”. Inoltre, prima del terremoto del 2002, il Basso Molise “non era considerato ad elevato rischio sismico”. Dunque le strutture non erano “pensate con questi parametri” e vanno adeguate. Senza contare che solo il 44% degli istituti in regione è stato nato dopo il 1976, la restante parte è stata costruita prima.

Se secondo Cittadinanzattiva solo il 5% delle scuole italiane è stato adeguato alle norme e solo il 29% del campione preso in considerazione dalla Onlus, ha effettuato le verifiche di vulnerabilità, in Molise il 62% delle scuole ha la verifica sismica, si legge nell’anagrafe di edilizia scolastica. Mentre il restante 38% degli istituti ne è privo. Quindi 233 scuole su 376, secondo l’elenco aggiornato al 24 agosto, risultano “controllate”. Cosa vuol dire? “Che 2 su 3 hanno ricevuto delle verifiche tecniche-ispettive di vario livello. Controlli che vanno richiesti dall’ente proprietario e che hanno un costo. A seguito di questa analisi si definisce il grado di adeguamento e il tecnico stabilisce di quali interventi l’edificio ha bisogno. Il massimo è 1: significa che la scuola segue le ultime norme”.

Una questione, quella delle certificazioni antisismiche, che è un campo minato e a farne le spese, spesso, sono i sindaci che ne sono responsabili. Come accaduto a Grosseto, dove la Cassazione ha condannato un primo cittadino per aver tenuto aperta una scuola con certificazione non perfetta. “Noi abbiamo investito tanto nelle scuole dopo lo shock di San Giuliano”, afferma l’architetto Giarrusso Capo del dipartimento Governo del territorio. Ma la strada è lunga, “stiamo ancora adeguando alcuni istituti, dunque i dati dell’anagrafe sono sottostimati. Per le scuole della provincia di Campobasso e Isernia tra il 2013 al 2018 sono stati spesi quasi 62 milioni di euro. E ci devono ancora assegnare il piano triennale 2018-20 che dovrebbe chiudere il ciclo di adeguamento”. Insomma, se “su 53 istituti controllati dopo il sisma di agosto, 2 sono risultati inagibili, vuol dire che si è agito bene, anche se c’è ancora da lavorare”.

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