PocoPhone F1 è la nuova proposta del ciclone Xiaomi. L’azienda cinese, sconosciuta fino a poco tempo fa, sta rapidamente scalando posizioni anche in Occidente. Dopo aver conquistato il quarto posto nella classifica mondiale dei produttori di smartphone (commercializzando i propri dispositivi solo in Asia), Xiaomi ha deciso nella seconda parte del 2017 di debuttare in Europa. Da quel momento, fascia media e bassa del mercato sono diventate un vero e proprio terreno di caccia.

Merito soprattutto del rapporto qualità/prezzo offerto in genere dagli smartphone Xiaomi e punto di forza del PocoPhone F1. Si perché siamo di fronte a un prodotto che può contare su alcune specifiche tecniche (processore, quantitativo di RAM, memoria di archiviazione) paragonabili a quelle di dispositivi come Samsung Galaxy S9 o Huawei P20 Pro, pur costando meno della metà.

Si parte da 329 euro per la versione con 6 Gigabyte di RAM e 64 Gigabyte di memoria (899 euro i prezzi di listino di S9 e P20 Pro, che comunque oggi possono essere acquistati a cifre inferiori, soprattutto online), che diventano 399 euro se sono necessari 128 Gigabyte. In entrambi i casi è possibile inserire la classica scheda micro-SD per espandere l’archiviazione. Lo spazio non è mai troppo se si usa lo smartphone più per foto e video che per telefonare.

Costruzione ed ergonomia

Xiaomi ha ovviamente dovuto rinunciare a qualcosa per contenere i costi. Innanzitutto, andando controcorrente rispetto alla tendenza ormai dominante, la scocca di PocoPhone F1 è realizzata in policarbonato (fondamentalmente plastica). In ambito smartphone ormai si fa largo uso di materiali come il metallo, l’alluminio e il vetro. In questo caso l’azienda cinese ha badato soprattutto alla concretezza.

Del resto, anche lo smartphone con il design più ricercato viene coperto da una cover nella stragrande maggioranza dei casi (Xiaomi ne inserisce anche una in TPU morbido nella confezione di PocoPhone F1), senza contare che la plastica è meno soggetta a rotture per cadute accidentali o graffi rispetto a metallo, vetro e alluminio. Ne è venuto fuori uno smartphone comunque piacevole da tenere tra le mani, che non scivola e la cui parte posteriore si sporca difficilmente (grazie alla finitura opaca).

Il design anteriore cerca di ricalcare le orme di iPhone X, con poche cornici e la tanto discussa “tacca” superiore, molto pronunciata in PocoPhone F1. Certo, di contro la sensazione al tatto è lontana da prodotti come lo smartphone Apple, ma anche da un Galaxy S9 o un P20 Pro, che fanno della ricercatezza costruttiva uno degli assi nella manica. Inoltre l’ampio schermo da 6,18 pollici lo rende praticamente impossibile da utilizzare con una sola mano. Tutti piccoli prezzi da pagare a fronte di un significativo risparmio sul listino.

Utilizzo quotidiano

Veniamo al dunque. Come si comporta PocoPhone F1 nell’utilizzo quotidiano? Molto bene, grazie soprattutto al processore Snapdragon 845 di Qualcomm accoppiato a 6 GB di RAM. Come già detto, di solito questa piattaforma hardware viene montata su smartphone di fascia molto alta, decisamente più costosi rispetto alla proposta Xiaomi.

Tutto questo si traduce in un dispositivo sempre fluido e scattante, anche durante le operazioni più complesse. Non avrete alcun problema durante sessioni prolungate con i videogiochi, grazie anche all’ottima dissipazione termica: PocoPhone F1 non scalda praticamente mai, grazie a una tecnologia denomina LiquidCool che disperde il calore servendosi di un liquido che viene fatto transitare sul retro del telefono attraverso un’apposita sezione di rame interna. Così si evitano anche consumi eccessivi della batteria.

L’autonomia è un altro dei punti di forza di questo smartphone. Ne ho fatto un uso particolarmente intensivo (misto tra rete dati e Wi-Fi, 2 account mail sincronizzati, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, circa 1 ora di telefonate) e sempre riuscito a concludere la giornata (attorno alle 23:30) con un buon 15% di carica residua.

Insomma, con questa batteria da 4.000 mAh e un uso normale, non è utopistico pensare di poter coprire due giorni con una singola carica. Tra l’altro, PocoPhone F1 è compatibile anche con la ricarica rapida, una grande comodità in varie circostanze.

Lo schermo è una delle componenti che danno di più la percezione del distacco rispetto a smartphone da 1.000 euro. Intendiamoci, il display IPS LCD da 6,18 pollici è ottimo per la fascia di prezzo in cui è collocato e garantisce una buona esperienza d’uso. Siamo però lontani, ad esempio, dagli eccellenti pannelli Super AMOLED di Samsung, e ho riscontrato anche qualche difficoltà nella visibilità all’aperto a causa del vetro anteriore un po’ troppo riflettente.

Menzione a parte merita il comparto software. Il sistema operativo è ovviamente Android (sarà aggiornato all’ultimissima versione 9.0 entro fine 2018), che Xiaomi personalizza con la propria interfaccia denominata MIUI. Tutto risulta intuitivo, con l’azienda cinese che inserisce una serie di personalizzazioni – come la possibilità di sdoppiare alcune app – molto utili per un dispositivo Dual-SIM come questo.

Per sbloccare lo smartphone potrete utilizzare il sensore di impronte digitali posizionato sul retro (sempre molto veloce), oppure il riconoscimento del volto che però sarà abilitato con un successivo aggiornamento software. Ho invece trovato un po’ ballerina la ricezione in alcuni ambiti, nulla che comprometta l’utilizzo, ma probabilmente anche su questo aspetto Xiaomi interverrà con futuri interventi software.

Fotocamera

La resa della parte fotografica dipende un po’ troppo dalle condizioni di luminosità ambientale. Sul retro troviamo una dual-camera con sensore principale da 12 Megapixel a un secondo sensore da 5 Megapixel. Come potete vedere dalle immagini, in diurna gli scatti appaiono di ottimo livello, con il software basato sull’intelligenza artificiale che riesce a esaltare i colori in maniera convincente.

Diversa la situazione in notturna, dove invece le fotografie perdono di dettagli e c’è una netta tendenza a riprodurre i colori in maniera poco naturale. Discorso analogo per la fotocamera anteriore da ben 20 Megapixel che, esattamente come per la dual-camera posteriore, può contare sull’effetto bokeh (soggetto in primo piano a fuoco e sfondo sfocato) tanto in voga oggi negli smartphone. I risultati sono di buon livello, mentre nella media appaiono i video, che possono essere registrati fino alla risoluzione 4K a 30 fps (frame-per-secondo).

Al comparto fotografico va senz’altro assegnato un voto positivo, considerando il prezzo di listino. Ovviamente la distanza specifica rispetto alla resa fotografica di un iPhone X è netta ma va considerato che la maggior parte delle immagini realizzate con uno smartphone è destinata alla condivisione sui social. In quest’ottica, il dispositivo Xiaomi fa egregiamente il proprio lavoro.

Conclusioni

PocoPhone F1 è uno smartphone da consigliare a occhi chiusi, visto l’eccellente rapporto qualità/prezzo. Tutto dipende dalle vostre specifiche esigenze, perché nel caso foste alla ricerca di un dispositivo al top in tutti gli ambiti e non aveste alcun limite di budget, è evidente che dovreste cercare altrove. In caso contrario, PocoPhone F1 è lo smartphone che fa per voi. Non ha punte di eccellenza come alcuni dispositivi da 1.000 euro, ma è complessivamente tra i migliori nella fascia di prezzo compresa tra i 300 e i 400 euro.

Articolo Precedente

Videogiochi porno ormai sdoganati. Ecco il primo su Steam, con disegni in stile manga

next