Sono 821 milioni le persone denutrite nel 2017, sei milioni in più rispetto all’anno precedente. È il quadro del nuovo rapporto su “Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo” realizzato dalle agenzie delle Nazioni Unite Fao, Ifad, Programma Alimentare Mondiale, Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità. È il terzo anno di seguito che la fame nel mondo continua ad aumentare: i livelli di denutrizione sono tornati a quelli di 10 anni fa” si legge nel rapporto. Tra le cause evidenziate, oltre ai prolungati conflitti e alla recessione economica in alcuni Paesi, c’è l’impatto che la variazione climatica sta avendo sull’agricoltura. E intanto l’obiettivo della “Fame zero entro il 2030” si fa sempre più lontano.

Una persona su dieci è malnutrita, mentre i bambini tra i 2 e i 5 anni con ritardi nella crescita sfiorano i 151 milioni, il 22 per cento. In Italia, sottolinea Coldiretti, sono quasi mezzo milione i ragazzi di età inferiore ai 15 anni che hanno ricevuto aiuti alimentari. Spesso le famiglie, ma anche pensionati e disoccupati, per la vergogna, preferiscono ricevere gli aiuti distribuiti nelle case, grazie anche ai fondi dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, al consumo dei pasti nelle mense caritatevoli. Sono infatti 114mila, secondo Coldiretti, le persone servite alle mense a fronte dei 2,55 milioni che invece hanno accettato l’aiuto dei pacchi di cibo.

E cresce anche il numero di donne anemiche in gravidanza – in cinque anni si è passati dal 30,3 per cento al 32,8. Un problema questo che si ripercuote sullo sviluppo dei bambini. Nello studio è riportato che sono 4,9 milioni le persone che sono riuscite a sopravvivere grazie agli aiuti umanitari. “Se vogliamo raggiungere un mondo senza fame e malnutrizione entro il 2030 – ha detto il direttore della Fao Graziano da Silva insieme ai rappresentanti delle altre agenzie – servono più interventi per rafforzare la capacità di adattamento dei sistemi alimentari in risposta alla variabilità climatica e agli eventi meteorologici estremi”.

Tra le principali cause riscontrate c’è proprio la variazione del clima in corso: eventi estremi come siccità e alluvioni, stanno minando la produzione delle colture di grano, riso e mais. Nelle aree più colpite, riporta lo studio, si concentra un numero maggiore di persone denutrite. I danni del clima alla produzione agricola, infatti, contribuiscono a ridurre la disponibilità di cibo, ad aumentare i prezzi degli alimenti e a far perdere reddito agli agricoltori. I responsabili del rapporto presentato non hanno nascosto la delusione dei risultati e hanno evidenziato la necessità di interventi mirati per un’agricoltura sostenibile.

E se da una parte si parla di denutrizione, l’altra faccia della malnutrizione è l’obesità. Anche questo disturbo è in aumento e colpisce più di un adulto su otto. Un aumento che non riguarda solamente il Nord America, ma anche Africa e Asia. Lo scarso accesso ad alimenti realmente nutrienti per l’organismo, unito ad un costo sempre più elevato del cibo – che genera un aumento dello stress – aiutano a spiegare, secondo le agenzie, perché sempre maggiori famiglie sono soggette a rischio sovrappeso e obesità.

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