Era stata rilasciata a Matera, dopo una lunga fase di ambientamento, perché migrasse verso l’Africa. Ma Clara, uno dei circa quindici esemplari femmina di avvoltoio capovaccaio presenti in Italia, ha terminato il suo volo in Sicilia, abbattuta dai bracconieri. La carcassa è stata ritrovata circa 10 km a nord-ovest di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, grazie al gps che le era stato applicato per poterla monitorare durante il viaggio.

Il 3 settembre Clara, insieme alla sorella Bianca, aveva intrapreso la propria rotta verso il Nordafrica. Domenica scorsa, mentre i due rapaci sorvolavano la Sicilia occidentale, il segnale di Clara viene perso, e iniziano le ricerche. Ieri, in serata, il ritrovamento da parte dei Carabinieri forestali, annunciato su Facebook dall’ornitologo Guido Ceccolini del Cerm (Centro rapaci minacciati), nella cui sede di Rocchette di Fazio – vicino Grosseto – Clara e Bianca erano nate lo scorso maggio.

“Il colpo di fucile di un delinquente ha stroncato la vita di Clara, procurandole due giorni di sofferenza e la morte”, scrive Ceccolini. “Ha anche impedito che Clara potesse rappresentare una speranza in più per la popolazione di capovaccaio italiana perché quel piccolo avvoltoio, abbattuto a pochi mesi dalla nascita, non potrà fare ritorno in Italia, trovare un compagno e contribuire alla perpetuazione della propria specie”. Nel corpo dell’esemplare le radiografie hanno individuato sette pallini di piombo.

“È noto che la Sicilia occidentale rappresenta per i rapaci migratori una sorta di gigantesco buco nero, nel quale vengono inghiottiti ogni anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso”, scrive ancora l’ornitologo. “Solo il monitoraggio di Clara mediante il gps ha permesso l’emersione di un reato che, è logico pensare, sia commesso abitualmente nell’area. C’è chi ancora, nel 2018, non riesce a dare un senso alla sua esistenza se non sparacchiando qua e là ed è così idiota e criminale da ammazzare un rapace protetto e in via di estinzione“, conclude. Sono infatti poco più di dieci le coppie di capovaccaio che ancora nidificano in Italia, mentre all’inizio del Novecento erano diverse centinaia. La loro reintroduzione in natura è lo scopo del progetto europeo Life Egyptian Vulture, nell’ambito del quale Clara e Bianca erano state fatte nascere, cresciute e allevate.

La notizia positiva, però, è che Bianca ce l’ha fatta: “Ha raggiunto poco fa la Tunisia, da dove proseguirà il suo viaggio verso i paesi sub-sahariani” – fa sapere Ceccolini – “280 km di mare aperto in due tappe, a dimostrazione della perfetta forma dei nostri amati capovaccai”.

 

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