Nessuna telefonata da Luigi Di Maio e nessun attacco alla magistratura. Lo afferma nella trasmissione “L’ndignato speciale”, su Rtl 102,5, il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. “Non c’è mai stata nessuna telefonata” – spiega il leader della Lega – “io sono giornalista professionista in aspettativa, ho fatto questo lavoro per la carta stampata e per la radio per anni. E quando c’erano i retroscena anonimi, erano una bufala. L’unica telefonata l’ho avuta ieri pomeriggio con il presidente del Consiglio Conte, mentre ero con mia figlia che saliva e scendeva dagli scivoli. E’ stato gentilissimo, gradevolissimo, determinato. Abbiamo parlato dell’attività di governo, della manovra economica, degli atti giudiziari a cui sono sottoposto. Oggi non mi è arrivato ancora nulla, però non mi stupirei se mi arrivasse qualcosa domani o dopodomani. E il presidente Conte mi esprimeva solidarietà umana e politica nel rispetto”. E precisa: “Per carità di Dio, io non ce l’ho coi magistrati. Non c’è la categoria dei magistrati, così come non esiste la categoria dei dentisti o quella dei tassisti. Se c’è un tassista che una volta ti frega, non è che tutti i tassisti ti freghino. Però che ci sia qualche magistrato con chiare ed evidenti simpatie politiche… non mi sembra di svelare il mistero di Fatima. Io sono assolutamente tranquillo. Che io sia un sequestratore di persone e di minorenni o un assassino o un delinquente fa ridere anche i bambini”. Salvini torna sulla presunta telefonata con il vicepresidente del Consiglio M5s: “Io ho tanti difetti, però decido di testa mia. Faccio quello che penso e quello che dico, non ho bisogno di suggeritori, anche se mi piace ascoltare i miei collaboratori. Non ho fatto un attacco alla magistratura il giorno prima, né una retromarcia il giorno dopo. Mi sono semplicemente detto sorpreso che una procura siciliana, con tutti i problemi di mafia che ci sono in Sicilia, stia dedicando settimane di tempo a indagare me, ministro dell’Interno, che ho fatto quello che ho sempre detto e avrei fatto, e cioè bloccare le navi”. E chiosa: “La mia è stata una scelta politica, non giuridica. Peraltro, avrei sequestrato persone che dopo tre giorni sono sparite. Erano così in fuga dalla guerra e così bisognose di cure e di affetto che sono sparite”

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