“Ho avuto per decenni un brutto rapporto con la mia disabilità, ero scontroso con gli altri e nervoso con me stesso. Non vivevo con serenità la mia condizione. Poi dentro di me qualcosa è cambiato e ho iniziato anche ad aiutare altre persone che vivono la mia stessa situazione”. Questa è la storia di Pietro Scidurlo, 37enne paraplegico dalla nascita e fondatore dell’associazione Free Wheels Onlus che dell’accessibilità ai cammini ha fatto la sua missione. Che siano spirituali o culturali in Italia e all’estero, su sterrato e asfalto, per Pietro aiutare chi è come lui si è tradotto nello studio delle varianti possibili di fronte agli ostacoli, segnalando sempre le barriere presenti. “È arrivato il momento di rendere pienamente accessibili i cammini italiani anche alle persone con disabilità. Quando si parla di cammini – spiega – nessuno si impegna a renderli fruibili per tutti, inclusi donne e uomini che vivono su una carrozzina. Abbattiamo il muro del silenzio”.

La svolta di Pietro inizia nel 2012, quando decide di fare il Cammino di Santiago in handbike. Una volta tornato fonda Free Wheels Onlus per “comunicare a tutti che anche i cammini, quelli che attraversano i nostri boschi, le montagne e i borghi più antichi, possono non essere un tabù per persone con esigenze specifiche”. Tre anni dopo, insieme a Luciano Callegari, scrive l’unica guida scritta in Europa sul Cammino di Santiago accessibile a tutti, (Guida al Cammino di Santiago per tutti – Terre di mezzo Editore) che indica in particolare mappe dettagliate a colori e percorsi senza barriere anche per disabili. Ottomila le copie vendute e tanti articoli che si sono occupati del lavoro fatto dall’associazione.

I cammini non possono essere un tabù per persone con esigenze specifiche come noi

Bene ma mai abbastanza per Pietro, che ha adesso ha un chiodo fisso: usare questa visibilità per insistere sull’urgenza dell’accessibilità ed estendere il passaparola tra disabili e non che ogni anno percorrono con passione i cammini italiani. “Grazie alla pubblicazione della guida il numero dei disabili che hanno fatto il Cammino di Santiago è quasi decuplicato. I dati dell’Officina del pellegrino parlano di oltre 150 persone. Cifre che confermano come la domanda sia in forte crescita”. Però, prosegue, “continuo a vedere sulle pagine Facebook dedicate ai cammini sempre report di viaggio in cui mancano del tutto informazioni sull’accessibilità degli itinerari. Nessuno indica quali siano le strutture idonee per i disabili, non si fa mai riferimento alle esigenze particolari delle persone con disabilità come, ad esempio, la presenza di un bagno accessibile o di un ostello senza gradini”.

E anche il sito dell’Atlante dei Cammini d’Italia, gestito dal Mibact, “non dice niente di specifico sull’argomento. Ci sono 11 criteri generali a cui fare riferimento ma non viene scritto niente di pratico per noi, che abbiamo esigenze specifiche”. Quello che chiede Pietro, quindi, è che si apra “una discussione intorno a questo argomento, perché rendere pienamente accessibili i cammini italiani porta solo conseguenze positive, e non solo per i disabili. Ad oggi è stato fatto poco o nulla, c’è bisogno di darsi da fare”. I prossimi passi di Free Wheels? La tracciatura di un cammino sterrato lungo la Via di San Benedetto, la mappatura del Grande Anello della Valnerina, della Via Francisca del Lucomagno, dei Passi di Francesco per tutti e il censimento sull’accessibilità delle strutture della Via Francigena Toscana.

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