Dimenticatevi l’abito fatto di bistecche, quello “da nonna”, le super zeppe, le unghie lunghissime e tutti gli altri eccessi a cui siamo abituati ad associare il nome di Lady Gaga. Dismessi i panni della popstar (da quando non si sente un suo singolo in radio?), la signorina Germanotta si è reinventata come attrice, calandosi perfettamente nel ruolo della diva retrò. La star americana è infatti la protagonista di A star is born (“E’ nata una stella”), ennesimo remake dell’omonimo film di William A. Wellman del 1937. La pellicola che sancisce l’esordio alla regia di Bradley Cooper, anche coprotagonista, è stata presentata in anteprima fuori concorso alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia. 

Il suo arrivo in Laguna è stato da vera stella del cinema: capelli biondissimi alla Marilyn, raccolto in stile retrò con torchon da pin-up, tubino nero aderentissimo in stile anni Ottanta, rosa rossa tra le mani e miriadi di baci da dispensare. L’approdo all’Hotel Cipriani, a bordo di un elegantissimo motoscafo, ha mandato in estasi i fan. Stesso stile anche per il red carpet, dove si è presentata mano nella mano con Bradley Cooper (per buona pace della sua compagna Irina Shayk, rimasta in disparte con la figlia Lea). I flash dei fotografi erano tutti per loro. Abito bianco candido semplicissimo, con la gonna svasata alla Marilyn, capelli cotonati che le ricadevano morbidi sulle spalle, due grossi diamanti come orecchini, e un trucco leggero, molto naturale a completare il look. Sobria, molto vintage e per niente innovativa, ma perfetta per il suo nuovo ruolo da attrice. Quasi irriconoscibile se non fosse per le sopracciglia e i tatuaggi. A rovinare l’atmosfera solo la pioggia.

Anche nel film c’è un’insolita Lady Gaga tutta acqua e sapone: “Recitare per Bradley Cooper mi ha fatto scoprire la mia vulnerabilità, in qualche modo era come se recitassi nuda“. Certo, detto da lei che troppo vestita non c’è mai stata può suonare strano. Soprattutto ripensando ai videoclip dei suoi più grandi successi, da Born This Way a Telephone e Judas, dove la parola d’ordine era “provocare”. Ma questa sua metamorfosi totale nel giro di un’anno conferma la poliedricità di questo personaggio, capace di reinventarsi e restare sempre al passo dei tempi per non perdere il suo posto tra le “stelle”.

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