Due allievi della Scuola di polizia di Brescia sono indagati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una turista tedesca. Lo stupro è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio nella camera di un hotel di Rimini. Poche ore dopo i due, 21 e 23 anni, sono stati identificati dagli uomini della squadra mobile riminese. Gli accertamenti si sono prolungati fino a tarda notte alla presenza del sostituto procuratore Davide Ercolani, in questura fino alle 4 per sentire vittima e testimoni. Per i due giovani è già stata avviata la procedura di sospensione dalla Scuola allievi agenti.

L’iter, attivato dal direttore e ratificato dalla direzione del personale di Roma, qualora dovesse portare all’accertamento delle responsabilità dei due allievi, probabilmente farebbe scattare la loro destituzione e non prenderebbero mai servizio. I due attenderanno l’esito dell’inchiesta in stato di libertà, non essendo stato rilevato pericolo di fuga e rischio di inquinamento delle prove. I ragazzi, al momento dell’identificazione, non hanno negato il rapporto, ma hanno sostenuto che la giovane fosse consenziente.

La presunta vittima, una studentessa tedesca in vacanza con due amiche, ha conosciuto i due ragazzi nei giorni precedenti la violenza. Causa maltempo e pioggia, infatti, i cinque avevano trascorso del tempo assieme negli spazi comuni dell’albergo dove alloggiavano. Secondo le prime ricostruzioni, le tre amiche erano andate nella stanza dei due, dopo pranzo, per passare il pomeriggio assieme. La ragazza ha raccontato di essere rimasta poi sola con i due giovani agenti allievi ed è in quel frangente che sarebbe stata costretta ad un rapporto sessuale di gruppo. Una volta riuscita ad uscire dalla stanza, la ragazza ha raccontato il fatto alle amiche che si sono rivolte al receptionist dell’albergo che ha allertato i soccorsi.

“In attesa degli accertamenti da parte degli inquirenti – scrive in una nota il Comune di Rimini – ribadiamo la totale vicinanza, solidarietà, sostegno e aiuto a ogni donna che sia oggetto e vittima di qualsiasi tipo di violenza, a partire dalla più brutale e vigliacca, quella sessuale”. Quindi, si legge nel comunicato, “per tale motivo, sin da ora affermiamo che, qualora i riscontri degli investigatori confermassero le prime ipotesi, il Comune di Rimini, dando voce alla sensibilità dell’intera comunità riminese così come avvenuto per casi analoghi in passato, si costituirà parte civile nei confronti dei responsabili”.

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