Ci stiamo chiedendo, dopo la tragedia di Genova, quali vantaggi siano venuti ai cittadini italiani dalla concessione ai privati della nostra rete autostradale e il bilancio è negativo. La stessa domanda se la stanno ponendo in questi giorni gli inglesi a proposito della gestione del loro sistema carcerario.

Tra i tanti servizi pubblici affidati ai privati in Gran Bretagna, nell’ambito del programma di privatizzazioni avviato da Margaret Thatcher a partire dagli anni Ottanta e continuato negli anni successivi dai governi laburisti di Tony Blair Gordon Brown, vi sono anche alcune strutture carcerarie date in gestione a società private. Nel 2011 il ministero delle Giustizia inglese ha stipulato un contratto, della durata di 15 anni, per la gestione del carcere di Birmingham con la società G4S, una multinazionale che opera in più di 90 Paesi ed è ritenuta la più grande tra le società private che forniscono servizi di sicurezza.

Nei giorni scorsi è stato reso noto il rapporto sulle condizioni del carcere di Birmingham stilato dall’Ispettore capo delle carceri, Peter Clarkeche ha rilevato una situazione di profonda crisi: detenuti che fanno largo uso di alcolici e droghe, fenomeni di bullismo, guardie carcerarie intimidite, condizioni igieniche spaventose, sangue, vomito, escrementi sui pavimenti, scarafaggi che scorrazzano ovunque e, addirittura, proprio durante la visita degli ispettori, un incendio appiccato alle macchine posteggiate nel parcheggio riservato al personale.

L’ispettore capo delle carceri (Her Majesty’s Chief Inspector of Prisons) è una figura esterna e indipendente  che viene  nominata ogni cinque anni dal ministro della Giustizia britannico e non deve provenire né dal sistema carcerario né dal ministero della Giustizia perché entrambi le istituzioni sono oggetto del suo controllo e delle sue eventuali critiche. Deve effettuare visite, con o senza preavviso, alle carceri, agli istituti correzionali e ai centri di detenzione per gli immigrati, compilare i relativi rapporti e redigere una relazione annuale.

Nel caso del carcere di Birmingham, l’ispettore capo Clarke ha deciso di ricorrere a un particolare iter, detto Procedura di notifica urgente (Urgent Notification process – UN) che, dal novembre dell’anno scorso, gli permette di allertare direttamente il Lord Cancelliere e ministro della Giustizia in caso di urgenti e gravi preoccupazioni per la situazione di una struttura carceraria.

In una lettera al ministro David Gauke, Clarke ha descritto in dettaglio le condizioni del carcere definendole, nelle sue conclusioni, un “completo fallimento nella gestione del contratto e nell’erogazione del servizio”. Secondo la procedura il ministro aveva 28 giorni per rispondere con un piano di azione, ma gliene sono bastati molti di meno per decidere, già il 20 agosto, di intervenire per sospendere temporaneamente l’accordo con G4S e assumere direttamente la gestione del carcere per sei mesi, prorogabili in caso di necessità, finché non saranno raggiunti risultati accettabili. Il tutto senza ulteriori aggravi per i contribuenti, in conformità con il Criminal Justice Act  del 1991 e con il contratto stipulato con G4S.

La società G4S collaborerà con il governo durante questo periodo per migliorare e stabilizzare la situazione del carcere. Jerry Petherick, per conto di G4S ha dichiarato: “Il benessere e la sicurezza dei detenuti e dello staff delle carceri costituisce la nostra priorità e accogliamo con piacere l’intervento e la possibilità di lavorare di concerto con il ministero della Giustizia per affrontare con la massima urgenza i problemi della prigione“.

L’intervento, lo “step in” nel carcere di Birmingham, è una misura drastica che viene attuata per la prima volta durante la vita di un contratto. Già nel 2016 era stato deciso un intervento in una diversa struttura, ma  quando il contratto era giunto quasi a termine. Non è invece la prima volta che G4S non ottempera alle clausole dei contratti stipulati con il ministero della Giustizia: è stata infatti ripetutamente multata per il mancato rispetto degli standard concordati.

In seguito allo “step in” del governo sul carcere di Birmingham il titolo G4S ha immediatamente perso in Borsa il 2,5%. Tuttavia, tecnicamente, lo “step in” non è una nazionalizzazione, ma un procedimento che non grava sui contribuenti e che è consentito quando si ritiene che un provider sia venuto meno ai termini del contratto che gli impongono di gestire la prigione in condizioni di sicurezza.

Alla nazionalizzazione, visti i fallimenti di molte privatizzazioni, stanno invece pensando di ritornare i Laburisti che si chiedono come mai il governo, dopo i miseri risultati conseguiti, continui a stipulare contratti con la società G4S. Alcune risposte le ha date un ex ministro della Giustizia, il laburista Charles Falconer, che in un articolo pubblicato dal Guardian ha criticato l’inerzia dell’attuale ministero che doveva sapere della situazione a Birmingham e nulla ha fatto fino alla pubblicazione del rapporto dell’ispettore Clarke. Secondo Falconer la consapevolezza della grave situazione di tutte le carceri, pubbliche e private, potrebbe essere il motivo per cui il Governo non ha ritenuto opportuno intervenire prima. I provvedimenti appena presi (ridurre il numero di detenuti, aumentare i numeri del personale del carcere, sostituire il direttore) sono corretti, ma inutili se il problema verrà affrontato in casi singoli e non a livello di sistema.

Articolo Precedente

Autostrade, le difficoltà di Atlantia scuotono anche la Spagna

next
Articolo Successivo

Usa, il futuro di Trump dopo il giorno più nero: tra incriminazione e impeachment, il peso delle elezioni di midterm

next