“L’ho inventato io”. Pippo Baudo, citando la sua frase più celebre, ne ha scoperti davvero tanti di talenti. Ma ha anche fatto, indiscutibilmente, la storia della televisione: sono rimasti giusto lui e Maurizio Costanzo in vita tra coloro che hanno gettato le basi su cui la tivù di oggi si erge. Tredici Festival di Sanremo, svariate Domenica In, e poi Fantastico, Settevoci, Canzonissima: l’imperatore della tv ha fatto il pieno di ascolti e di apprezzamenti in sessant’anni di carriera.

Già, tanti sono passati da quando Pippo Nazionale ha debuttato in tv: era il 1959 quando fece la sua prima apparizione televisiva, durante La Conchiglia d’Oro presentata da Enzo Tortora: in quell’occasione rivestiva i ruoli di pianista e cantante. Solo dopo, passando prima da Antenna Sicilia, debuttò come conduttore sulle reti nazionali. Oggi, all’età di 82 anni, Baudo non conduce più da anni. Non certo per volere suo, che non si tirerebbe indietro, ancora lucido e pieno di vita com’è.

Nel 2019, tra l’altro, il conduttore siciliano raggiungerà un traguardo non da tutti: i sessant’anni di carriera in televisione, appunto. Ma né la Rai (a cui, forse, spetterebbe visto quanto lui ha dato), né Mediaset, hanno previsto in palinsesto uno show celebrativo dedicato a Pippo. Non basteranno le ospitate nei vari salotti del pomeriggio: no, il numero uno merita qualcosa in più. E dire che i presupposti ci sarebbero tutti – dagli artisti lanciati, ai momenti “cult” da rivivere insieme – per mettere in piedi uno show-evento in omaggio a uno dei padri fondatori della tv. Speriamo che qualcuno ci faccia un pensierino. Prima che sia troppo tardi.

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