María Isabel Chorobik de Mariani, simbolo internazionale della lotta per i diritti umani, è morta lunedì sera a 95 anni a La Plata, in Argentina. “Chicha” è stata una delle fondatrici delle Abuelas de Plaza de Mayo, storica associazione fondata dalle nonne dei bambini scomparsi durante gli anni della dittatura militare nel Paese sudamericano.

Chicha cominciò la sua battaglia nel novembre 1976 quando sua nipote di soli tre mesi, Clara Anahì, venne rapita dai militari: la bambina era figlia di Daniel Mariani e Diana Teruggi, oppositori della giunta del generale Videla uccisi dalle forze armate argentine. “Salutiamo una compagna di lotta e continueremo a cercare Clara Anahì. È stata una donna fondamentale per la ricerca dei bambini e delle bambine rubati dal terrorismo di Stato e un simbolo della lotta per i diritti umani” si legge in un comunicato dell’associazione.

La madre di Clara fu ammazzata durante il blitz dei soldati nel suo appartamento di La Plata, lo stesso giorno venne sequestrata anche la nipote di Mariani . Il padre riuscì a fuggire ma venne assassinato l’anno successivo: il 1° agosto 1977. Da allora María Isabel Chorobik de Mariani lottava per avere notizie della nipote, divenendo anche un’attivista per tutti i desaparecidos.

La casa dove Clara venne rapita è ora un museo dove ancora si possono vedere gli spari esplosi dalla polizia durante il rapimento che fu guidato da Miguel Etchecolatz.

Nel 1977 Chicha fondò insieme ad altre 11 donne l’associazione delle “Abuelas de Plaza de Mayo”, dal nome della piazza principale della capitale Buenos Aires, luogo dove le madri e le nonne delle persone scomparse si ritrovano ancora oggi ogni giovedì per chiedere giustizia e verità. Il governo dittatoriale in Argentina durò tra il 1976 e il 1981. Periodo in cui 400 bambini vennero rapiti e affidati alle famiglie dei militari, di questi si stima ne siano stati ritrovati circa 120.

Chicha ha presieduto l’associazione fino al 1989, poi nel 1996 ne ha fondata una propria chiamandola con il nome della nipote: “Clara Anahí” dedicata proprio alla sua ricerca. L’attivista non ha mai potuto riabbracciare la nipote scomparsa. Nel 2015 una ragazza aveva sostenuto di essere Clara, ma gli esami del Dna smentirono. “Sono fiduciosa che la vera Clara prima o poi salterà fuori, anche se io non potrò vederla”, aveva dichiarato in una delle ultime interviste l’attivista.

 

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