Si sono concluse le ricerche nella zona delle Gole del Raganello, in Calabria, dove un torrente di piena ha travolto due gruppi di escursionisti e ucciso 10 persone, 4 uomini e 6 donne. Sono stati ritrovati i tre giovani pugliesi di 21, 22 e 23 anni che erano stati inseriti nella lista dei dispersi: si erano accampati in località Valle d’Impisa, una località a monte della zona del disastro e dove i cellulari non hanno campo. A dare notizia del loro ritrovamento è stata un’amica che attraverso un Twitter ha informato le forze dell’ordine dicendo “sono vivi”. Le ricerche di eventuali dispersi proseguiranno ancora per un altro giorno.

Quarantaquattro le persone coinvolte nella tragedia, 23 quelle salvate dai Vigili del fuoco, 11 i feriti ricoverati in ospedale. Tra loro anche una bimba di 8 anni, che “è stata trasportata in elisoccorso a Roma, al Gemelli, e le sue condizioni sono in fase di miglioramento”, ha fatto sapere il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza Achille Gentile“. La decisione è stata presa in considerazione del fatto che la piccola ha ingerito fango e sabbia. Per lo stesso motivo è ricoverata nel reparto rianimazione a Cosenza una 24enne di Trebisacce, salvata lunedì sera dai soccorritori: “La ragazza è ricoverata in rianimazione – ha spiegato Gentile – le sue condizioni restano gravi, ma non è in pericolo di vita”. Gravi sono anche quattro uomini politraumatizzati.

La Procura della Repubblica di Castrovillari, ha riferito il procuratore Eugenio Facciolla, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio. Al momento non è stata disposta l’autopsia sui corpi delle vittime. “Il primo pensiero – ha detto Facciolla – è salvare più gente possibile e poi identificare le vittime. Nel pomeriggio valuteremo”. I corpi, comunque, presentano i traumi tipici del trascinamento in acqua.

“L’Italia è stanca di piangere i morti. Io sono venuto qui proprio per capire chi doveva fare cosa e magari non lo ha fatto” – ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a Civita, dopo aver fatto visita ad alcune delle persone ricoverate in ospedale – il divieto d’accesso alle gole? C’è una delibera del Comune non applicabile. Significa che non ha esaurito i passaggi amministrativi perché diventi operativa”. “Se quanto accaduto è figlio di negligenza, sciatteria e inconsapevolezza del rischio – ha aggiunto Costa – siamo dinanzi a un fatto grave che da parte nostra necessita di essere chiarito fino in fondo”.

Un primo elemento chiaro lo fornisce la Protezione civile: “C’era l’allerta gialla – ha detto ha detto il capo Dipartimento Angelo Borrelli – e ricordo a tutti che con l’allerta gialla ci possono anche essere morti”. Quindi l’evento, ha ricordato ancora Borrelli, “era in qualche modo prevedibile“.

Incredulo il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito: “Non si sa quante persone ci fossero nelle gole perché alcune erano accompagnate dalle guide, ma molti erano escursionisti fai-da-te. E’ una tragedia che lascia sconvolti, legata al clima terribile di quest’estate”. 

Testimone: “Un disastro annunciato” – “E’ un disastro annunciato. Questo posto era diventato un luna park. Non è possibile vedere bambini con infradito che si avventurano per i sentieri e donne con vestiti da spiaggia”. Così Claudio, conoscitore e frequentatore abituale della zona, che è stato tra i primi a intervenire sui luoghi della tragedia. Il sindaco di Civita Alessandro Tocci conferma la necessità di un intervento: “Stavamo lavorando assieme alle altre comunità – San Lorenzi Bellizzi, Cerchiara, Francavilla e con il supporto del Parco nazionale del Pollino – per poter regolare l’accesso alle gole del Raganello, ma oggi quello che è centrale per me è pensare alle vittime, ai feriti e ai loro familiari”. “Domani – ha aggiunto Tocci – ci dovremo mettere attorno ad un tavolo per stabilire quello che si dovrà fare”. “Negli ultimi anni è aumentato di molto nelle gole del Raganello il fenomeno del torrentismo – ha aggiunto il primo cittadino – è facile adesso sparare nel mucchio e dire cosa bisognasse fare. Per parte mia, mi sento con la coscienza tranquilla, anche di più”.

La dinamica – Erano due i gruppi con guida composti ciascuno da sedici escursionisti che, nonostante le condizioni meteo avverse segnalate, stavano partecipando a una visita all’interno dell’area caratterizzata da gole e canyon. Alcuni sono riusciti a raggiungere degli scogli in attesa di essere soccorsi. “Sono 18-20 le persone che si trovavano in questa fenditura e che sono state travolte dalla piena – ha detto il capo della Protezione civile – Quel canalone presenta condizioni molto, molto critiche”. Alcune squadre di tecnici del Soccorso Alpino e Spelelogico della Basilicata sono intervenuti nel Parco nazionale del Pollino a supporto dei soccorritori.

Il testimone: “Valanga d’acqua improvvisa” – Un turista olandese, rimasto leggermente ferito, ha riferito al Quotidiano del Sud gli attimi che hanno preceduto la tragedia: “È arrivata una valanga d’acqua all’improvviso. Non abbiamo avuto il tempo di fare nulla”, ha spiegato definendosi “davvero fortunato” per quanto accaduto. “Una cosa incredibile, l’inferno – ha aggiunto – Sono davvero senza parole e piango le persone che non sono riuscite a salvarsi”. 

Procuratore: “Valutare se escursionisti sapevano” – Sul posto anche il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla: “Dobbiamo cercare di capire se ci sono risvolti penali rispetto a quanto accaduto, verificare se le persone che si trovavano in quell’area erano consapevoli della situazione cui andavano incontro o, viceversa, se erano all’oscuro di quello che poteva accadere”, ha spiegato conclusione di una riunione del Comitato operativo comunale. Nella zona, infatti, era stata diramata un’allerta meteo che avrebbe dovuto essere nota alle guide. “Temiamo che il numero delle vittime sia destinato a crescere, ma si tratta di valutazioni che facciamo sulla base di quello che si è verificato”, ha aggiunto Facciolla spiegando che si tratta di una “situazione di emergenza e non possiamo dare numeri o fare ipotesi”. “Riteniamo però – ha concluso – che nell’area ci fossero più persone come accade sovente in questo periodo perché la zona è molto battuta”.

Dove è avvenuta la tragedia – Le gole del Raganello costituiscono uno scenografico canyon lungo circa 17 chilometri, che parte dalla Sorgente della Lamia e raggiunge un’area attigua all’abitato di Civita di Castrovillari, dove sorge il caratteristico Ponte del Diavolo. Qui il corso del torrente Raganello diventa più regolare e scorre lungo una valle più aperta, che si mantiene tale fino alla foce. L’area, riserva naturale protetta del Parco Nazionale del Pollino al confine tra Calabria e Basilicata, è una delle mete più frequentate della regione per gli amanti del rafting e del canyoning.

Il canyon del Raganello viene distinto dagli esperti in due parti: le Gole alte e le Gole basse. Le Gole alte o Gole di Barile si dipartono dalla Sorgente della Lamia fino a raggiungere la cosiddetta Scala di Barile, nei pressi dell’abitato di San Lorenzo Bellizzi, in un percorso di circa 9 chilometri. La conformazione del torrente è molto accidentata. Le Gole basse, dalla zona Pietraponte, dove si erge il Ponte omonimo, un singolare macigno incastonato tra le pareti, raggiungono la zona sottostante lo spettacolare Ponte del Diavolo, nei pressi di Civita, in un percorso di circa 8 chilometri. Il percorso è simile per conformazione a quello superiore, ma più difficoltoso da percorrere, data la maggiore quantità d’acqua del bacino e la presenza di punti maggiormente scoscesi e accidentati: la Forra d’Ilice, la Conca degli Oleandri, la Tetra Fenditura, la Frana Ciclopica.

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