Una folla talmente numerosa che in parecchi non sono neppure riusciti a entrare in chiesa. Sono rimasti all’esterno, per poi applaudire lungamente l’uscita della salma di Rita Borsellino, morta nel giorno di ferragosto all’età di 73 anni dopo una lunga malattia. In tanti stamani non hanno rinunciato ad essere presenti nella chiesa Madonna della Provvidenza-don Orione per i funerali della sorella del magistrato ucciso da Cosa nostra il 19 luglio del 1992. Politici, magistrati, esponenti delle istituzioni e autorità militari ma anche tantissimi comuni cittadini e giovani, gli stessi a cui l’ex europarlamentare ha dedicato la sua vita e il suo impegno girando in lungo e in largo l’Italia per portare la testimonianza del suo impegno.  Tra i presenti ai funerali anche don Luigi Ciotti, il fratello Salvatore Borsellino, il ministro della giustizia Alfonso BonafedeGiancarlo Caselli, Rosi Bindi, il sindaco Leoluca Orlando.

“Quando mi è giunta notizia della morte di Rita Borsellino ho provato sentimento interiore, una sorta di solitudine e mi sono detto: ora a Palermo siamo più soli. Ma mi è venuto in mente il ricordo, e ancora lo sguardo di Rita del 19 Luglio quando lei stessa ha voluto la benedizione di quella targa sotto quell’albero di ulivo, che parla come un segno in via D’Amelio”, ha detto don Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nel corso dell’omelia. “Il 19 luglio, nel giorno della commemorazione dell’eccidio, scorso disse in una intervista che il modo migliore per ricordare Paolo Borsellino – ha aggiunto Lorefice – è fare memoria nell’opera quotidiana. Rita ha fatto suo il testamento morale di Paolo Borsellino. Lotta alla mafia non sia solo distaccata opera di repressione ma movimento culturale che coinvolgesse le giovani generazioni”.

“Era sempre disponibile con gli altri, nell’impegno civile e nella politica. Una politica intesa come servizio per il bene comune. Ricordare Rita significa ricordare una donna di sostanza, com’era suo fratello. E stata una delle prime a capire che la memoria delle vittime andava trasmessa ai giovani come impulso di vita e verità e come il desiderio di costruire un’Italia mai più compromessa con le mafie e con i corrotti”, ha detto don Ciotti. “Ha sempre inteso una memoria come pungolo a fare di più e fare meglio – ha aggiunto il fondatore di Libera – è sempre stata molto allergica alle parole vuote, come esercizio di retorica, credeva nei fatti. Rita Borsellino ha sempre cercato la verità fino all’ultimo. Dobbiamo farlo tutti, dobbiamo continuare tutti a chiedere la verità. Anzi le verità nel nostro Paese, non solo per via D’Amelio e per Capaci. Passi in avanti sono stati fatti ma sono sufficienti. Non deleghiamo nella ricerca della verità, ma sia una rivolta un pò di tutti”.

Claudio Fiore, figlio di Rita, ha consegnato un messaggio a tutti coloro che hanno partecipato ai funerali della sorella del giudice antimafia: “Zio Paolo – c’era scrtto – diceva sempre che ognuno di noi deve fare qualcosa, ognuno per quello che può e per quello che sa. Mamma sapeva voler bene e avere rispetto delle persone. Lei ci ha insegnato come si può fare, ognuno quello che può e per quello che sa. Vi chiedo uscendo da qui di prendere lo stesso impegno, ognuno per quello che può e ognuno per quello che sa”.

Dopo essersi impegnata nell’Arci e nell’associazione Libera di donLuigi Ciotti, nel 2006 Rita Borselino vinse le primarie del centrosinistra e si candidò presidente della Regione Siciliana, sfidando il governatore uscente Salvatore Cuffaro, in quel momento accusato di favoreggiamento a Cosa nostra (verrà poi condannato in via definitiva). La votarono in 1.078.259 persone, e ancora oggi è l’esponente di centrosinistra più votata nella storia in Sicilia. Quei voti, però, non bastarono a battere Cuffaro che di preferenze ne raccolse addirittura trecentomila in più. Quella campagna elettorale rimase comunque nella storia dell’isola perché raccolse grande sostegno tra i giovani e la società civile.Poi nel 2009 Borsellino venne eletta europarlamentare con il Pd grazie a ben 230mila voti di preferenza. Tre anni dopo, nel 2012, Pierluigi Bersani la candidò alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco di Palermo. Raccolse l’appoggio anche di Leoluca Orlando ma viene sconfitta per pochi voti. Malata da tempo, la vigilia di ferragosto è stata colpita dall’ultima crisi. Sarà sepolta al cimitero di Santa Maria dei Rotoli, nella cappella di famiglia.

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