Sono almeno 324 le vittime dell’inondazione che da giorni sta colpendo lo stato del Kerala, nel sud dell’India. Le forti piogge proseguite per oltre una settimana hanno allagato strade, provocato frane e crolli. Tutta la circolazione, anche ferroviaria, è bloccata. L’aeroporto resterà chiuso fino al 26 agosto. Ora che le precipitazioni torrenziali hanno dato una tregua, le oltre 200mila persone rimaste senza una casa si stanno trasferendo nei 1500 campi d’emergenza allestiti.

Intanto i soccorritori continuano i tentativi di mettere in salvo altri sfollati. Se ne stanno occupando oltre 30 elicotteri militari e 320 imbarcazioni: agli sforzi si sono uniti anche alcuni pescherecci locali.”In alcune aeree, gli elicotteri sono l’unica opzione per fornire soccorso. Migliaia di persone sono ancora isolate”, ha detto il primo ministro dello stato, Pinarayi Vijayan. L’altro mezzo sono appunto le barche, con cui vengono percorse le strade diventate fiumi per far evacuare chi è rimasto bloccato sui tetti delle case.

“Il Kerala sta fronteggiando le inondazioni peggiori degli ultimi 100 anni“, ha aggiunto Vijayan, parlando di 80 dighe aperte per evitare straripamenti. Le operazioni di salvataggio si sono intensificate grazie al miglioramento delle condizioni meteo nelle ultime ore. La pioggia, però, dovrebbe tornare a cadere in maniera abbondante a breve. Il governo, intanto, ha reso noto che sono 868 le persone morte in sette Stati indiani, Kerala compreso, dall’inizio della stagione dei monsoni a giugno.

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