Durissimo rimbrotto dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, ospite di In Onda (La7), al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli circa il suo proposito di costituirsi parte civile col suo dicastero, dopo il crollo del ponte Morandi. “Mi piange il cuore” – esordisce Di Pietro – “dover dare ragione a quel furbacchione e navigato di Salvini rispetto a quello che stanno dicendo i miei amici e improvvisati ministri del M5s. Fateci caso: su alcuni temi fondamentali, Salvini si defila e dice sempre ‘ni’. E infatti lui si è limitato a dire che i controlli, nella tragedia del ponte Morandi, non hanno funzionato. Toninelli invece ha detto il suo ministero si costituirà parte civile. Anche un laureando in legge sa che, se esiste una struttura del ministero che è addetta al controllo e che non controlla, allora il ministero stesso è responsabile civile, non parte civile“. E aggiunge: “Salvini sa bene che c’è una norma specifica nel contratto delle concessioni, che potete trovare anche su internet. Questo contratto fu stipulato nel 2007, quando io ero ministro dei Trasporti. Dal 2013, all’interno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata inserita una struttura di vigilanza del sistema e delle concessioni autostradali. Prima questa funzione di controllo apparteneva all’Anas, dal 2013 compete direttamente al ministero”. Di Pietro spiega: “E’ sicuramente prevista la possibilità di revocare la concessione autostradale, però nell’ambito di una procedura. Salvini il furbo non ha mai detto che il governo ha disposto la decadenza delle concessioni, ma ha affermato che sono state avviate le procedure per la decadenza. Quei faciloni di alcuni ministri 5s, a cui voglio tanto bene, hanno detto che, invece, hanno disposto la decadenza. Non è così. Toninelli ha parlato di ‘commissario speciale’? E che fa, va lui con la zappa e la pala domani mattina a fare i controlli? Si rende conto di cosa sta dicendo chi fa queste affermazioni? Sono sciocchezze politiche con fini elettorali“. Poi chiosa: “Nel crollo del ponte Morandi c’è una responsabilità grossa quanto una casa da parte del concessionario e c’è anche una responsabilità anche da parte del concedente, e cioè del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che aveva il dovere di controllare quel sistema infrastrutturale. Quindi, prima di dire che il ministero si possa costituire parte civile, bisogna stare attenti a che, alla fine, il ministero stesso non risulti essere responsabile civile”

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