Mediaset non manderà in onda il docufilm su Firenze con Matteo Renzi. La notizia è stata anticipata poco prima di Ferragosto dal Corriere della Sera. Proprio l’emittente del Biscione era data tra i principali acquirenti del documentario in otto puntate prodotto dall’Arcobaleno Tre di Lucio Presta. Una battuta d’arresto che sorprende visto che solo a metà luglio la firma per l’acquisto sembrava imminente con il benestare divertito, come riportato il 10 luglio da il Fatto Quotidiano, dello stesso Silvio Berlusconi. Qualcosa deve essere andato storto nelle trattative e a questo punto Presta ha fatto sapere che punterà sull’estero e offrirà il prodotto a piattaforme di diverso tipo. Secondo le ultime indiscrezioni, il primo ciak è fissato per il 21 agosto in piazza del Duomo a Firenze (prenotata dalle 18 e fino alle 8 del 22). L’ex segretario Pd e ora senatore, sarà il conduttore del format nella città di cui è stato presidente della Provincia e poi sindaco.

Intanto la consigliera del M5s Silvia Noferi nei giorni scorsi ha depositato un’interrogazione urgente per avere informazioni sulla concessione degli spazi pubblici. Palazzo Vecchio ha fornito una serie di precisazioni, a cominciare dal canone Cosap: essendo le riprese in piazza Duomo inferiori a tre giorni, il regolamento comunale non lo prevede. La piazza inoltre sarà chiusa, spiega il Comune, unicamente nei momenti di sorvolo di un drone: per il resto del tempo garantito il passaggio pedonale su tutta la piazza. Le riprese saranno fatte anche dentro la cattedrale, non nel Campanile di Giotto. Il 22 si girerà poi a Palazzo Medici Riccardi, nel giorno di chiusura del museo, dalle 18 alle 22. E naturalmente riprese anche in Palazzo Vecchio, il 23, giorno di chiusura del museo. In questo caso, si spiega dal Comune, è stato applicato un canone triplo rispetto all’ordinario perché il documentario potrà avere un’eventuale distribuzione all’estero.

Proprio il 22 agosto partiranno a Firenze anche le riprese di “Six underground”, film d’azione che Michael Bay, regista di Armageddon, gira per Netflix. La troupe, circa 450 persone, resterà per sei settimane tra riprese effettive e operazioni accessorie, con conseguenti riflessi per la viabilità. Per il film sarebbe stato chiesto anche di usare fumi dentro Palazzo Vecchio e di autorizzare uno scoppio nel piazzale degli Uffizi: “Comune e Galleria degli Uffizi hanno, per fortuna, bocciato” la richiesta, ha detto il consigliere comunale Tommaso Grassi.

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