“Non ho preso le distanze dai 5 stelle. Mi sono limitato a constatare che avrebbero potuto fare molte cose per mettere in difficoltà il sistema Tav e non l’hanno fatto”. Alberto Perino, storico leader del movimento contro l’Alta velocità, interpellato dall’agenzia LaPresse, ha specificato le sue parole di “rottura” con il fronte dei 5 stelle diffuse dai quotidiani online. E ha detto che si trattava di “una mail privata alla lista comitati e non pubblica, distorta, spero in buona fede, dai media a loro interesse”. Quindi ha concluso: “Finora a parte i proclami di atti formali non ne hanno fatti. Questo non significa sconfessare o prendere le distanze dai 5 stelle”.

Il riferimento di Perino è a uno scambio di conversazioni in rete con altri attivisti, avvenuto nelle scorse ore. “I Si Tav e Telt fanno i fatti, vanno avanti e lanciano gli appalti. I Cinque stelle continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”, si legge secondo quanto riportato da Repubblica e confermato a ilfattoquotidiano.it. “E pensare che di cartucce da sparare ne avrebbero tantissime per bloccare gli ingranaggi della grande opera. Basta volerlo fare. Ma per non disturbare il manovratore (Telt e Lega) queste cose non non vengono fatte da chi è stato mandato a Roma per bloccare la Tav”.

La discussione è partita poco dopo l’annuncio del via libera del Cipe alle modifiche sulla linea Torino-Lione. Un atto che ha messo in allarme i No Tav, ma su cui il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva preso tempo: “State tranquilli”, si leggeva nel suo post su Facebook, “non è nulla che possa influire in modo decisivo sulla analisi costi-benefici che finalmente stiamo conducendo in maniera seria e obiettiva”. Proprio commentando queste parole, Perino ha scritto ai suoi: “I nostri tecnici hanno suggerito molti modi, ma loro niente. Attendono i risultati dell’analisi costi benefici. Poi quando questa sarà conclusa vedranno cosa fare, se saranno ancora al governo e se esisteranno ancora. In che mani ci siamo messi“.

La Tav è uno dei nodi critici per il governo giallo-verde. Nel contratto di governo c’è scritto: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Nei fatti però tra Lega e M5s c’è divergenza di opinioni, tanto che agli annunci di stop dei grillini corrispondono i temporeggiamenti del Carroccio. La Tav, come ricordato nei giorni scorsi da due big influenti del Movimento Roberto Fico e Alessandro Di Battista, è un punto fondamentale del programma 5 stelle e su cui si giocano attese e consensi della base. La consigliera regionale valsusina del M5s del Piemonte Francesca Frediani solo ieri aveva scritto su Facebook: “Siamo la prima forza politica del Paese. L’opposizione al TAV, la grande opera inutile per eccellenza, è da sempre una nostra bandiera. La Valsusa ha dimostrato di avere fiducia in noi e io, da valsusina e portavoce in Consiglio Regionale, sento la responsabilità di questa fiducia. Chiedo al mio ministro un gesto formale forte e deciso. La costi benefici fa parte del contratto ed è corretto portarla avanti fino all’esito, rispetto al quale non ho dubbi, dopo 30 anni di motivata opposizione del movimento No Tav. Ma nel frattempo bisogna fermare la mostruosa macchina della lobby Sì TAV. E impedire un solo passo in più verso la realizzazione dell’opera.Forza Danilo, hai tutto il nostro sostegno”.

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