Il metodo Ilva e Tav verrà usato anche per il Tap. È questa la garanzia fornita dal premier Giuseppe Conte al sindaco di Melendugno, Marco Potì, durante l’incontro avvenuto nel pomeriggio a Roma. Il faccia a faccia, annunciato da Washington dopo il summit con Donald Trump, è stato voluto dal capo dell’esecutivo che dagli Stati Uniti aveva definito il gasdotto “un’opera strategica”Una valutazione assai diversa dalla linea che il M5s ha tenuto nel corso degli anni e che aveva spinto Potì a parlare di “tradimento”.

Alla fine del confronto, Conte ha spiegato che “consulenti tecnici e giuridici” che accompagnavano il sindaco “mi hanno rappresentato alcune criticità del progetto Tap”. Così, ha aggiunto, “ho assicurato loro che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte”. “Ovviamente – sottolinea il premier – ho anche rappresentato che si tratta di impegni giuridici già deliberati dal precedente governo“.

Anche sul Tap, quindi, il governo sembra intenzionato ad applicare il metodo che Luigi Di Maio e Danilo Toninelli stanno usando sui dossier Ilva e Tap. Da parte di Conte, si apprende da fonti governative, non sono stati assunti impegni al di là di quello che prevede un’attenta valutazione dell’intero dossier. Potì, dopo il faccia a faccia durato circa un’ora e mezza, ha parlato di un “clima diverso rispetto al governo precedente” e annuncia di aver “invitato il presidente in Salento, perché la nostra terra è democratica e accogliente”.

Prima dell’incontro con Potì, Conte ha visto una delegazione di parlamentari M5S pugliesi che si sono occupati del dossier Tap. E il sindaco del paese dove approderà il gasdotto che collegherà Azerbaijan e Italia, come spiegato al termine del colloquio, ha consegnato a Conte “l’impegno scritto da parte dei candidati M5S eletti sul nostro territorio, sullo stop all’opera anche nel rispetto delle convenzione europee”.

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