Può sembrare una notizia secondaria, qualcosa di poco importante rispetto a tanti altri eventi accaduti in questi giorni. E invece no (e non a caso questo giornale gli ha dedicato l’apertura ieri sera). Perché la decisione della Regione Lombardia di dare gratuitamente contraccettivi ai ragazzi fino a 24 anni  – come già si fa in Piemonte e Emilia Romagna anche se con diverse modalità – è una svolta molto, molto importante.

1. Il primo motivo, solo in apparenza banale, riguarda l’alto costo di questi dispositivi. Una scatola di preservativi costa svariati euro, una pillola mensile sui 15 euro al mese, farsi mettere la spirale da un ginecologo ancora di più. Per i ragazzi – la normativa lombarda prevede la gratuità solo fino a 24 anni – spesso si tratta di cifre troppo alte, che concretamente disincentivano l’utilizzo dei contraccettivi.

Ad esempio, sono fidanzato con una ragazza e ci faccio l’amore tutti i giorni, spenderò una cifra molto alta in preservativi. Ecco perché potrei decidere di spingere la mia fidanzata a prendere la pillola, ma in questo caso, specie quando il rapporto non è stabile, aumento il rischio di malattie sessualmente trasmissibili, perché purtroppo solo il preservativo garantisce la protezione dalle infezioni. Infezioni che in questi anni stanno avendo un autentico boom, come dimostrano tutti i dati a disposizione.

E non solo l’Hiv, che pure rappresenta ancora un pericolo reale, ma anche altre malattie come la sifilide, che credevamo appartenere ormai solo al passato.

2. Ma c’è un secondo motivo per cui dare contraccettivi gratis è importante. Perché con questa scelta, finalmente, lo Stato si riappropria del tema della sessualità come questione pubblica, dopo anni in cui questo tema è stato considerato, erroneamente, e per ipocrisia e stupidità, un fatto totalmente privato, coi risultati che vediamo: infezioni in crescita, ignoranza in materia sessuale da parte di giovani e pure meno giovani, stereotipi ancora duri a morire come quello, diffusissimo, secondo cui un rapporto senza preservativo sarebbe più autentico (purtroppo gli uomini italiani non lo portano con sé né e tendono a non volerlo, le donne, sciaguratamente, per timore o altro tendono a non esigerlo).

Ecco invece che se lo Stato si comincia a interessare della sessualità dei suoi cittadini tutto cambia, perché finalmente si riconosce, appunto, che la sessualità è un tema fondamentale di salute collettiva e ci si fa carico della prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale esattamente come delle altre. Non solo: come sostengono i firmatari della proposta, questa scelta si lega all’attuazione della 194 laddove questa impegna lo Stato anche sulla prevenzione dell’interruzione di gravidanza, aspetto della legge di cui mai si parla, attraverso l’unico modo possibile: e cioè la diffusione di una cultura della contraccezione e dell’uso consapevole del proprio corpo.

3. Terzo aspetto importante della nuova legge: questa decisione riavvicina i giovani ai consultori. E questo è un fatto di enorme importanza, perché in un consultorio una ragazza, ad esempio, potrà trovare anche una ginecologa per una visita, potrà fare un pap test, e magari trova pure una psicologa o altri professionisti che potranno accompagnarla su altri fronti. E se segue un percorso negli anni, potrà anche proteggere la sua fertilità – una sessualità incontrollata e senza prevenzione non favorisce questo aspetto importantissimo – in modo da poter avere figli quando desidera, e poi ancora, sempre per fare alcuni esempi, potrà chiedere la diagnosi precoce per il cancro al seno dopo i 35 anni.

Potrà insomma curare la sua salute sotto molti aspetti, centrali anche dal punto di vista emotivo.

L’auspicio dunque è che tutte le Regioni, ed è una questione urgente, approvino una norma simile a quella Lombarda. O che, meglio, venga fatta una legge su base nazionale. Magari migliorando la decisione di distribuire contraccettivi solo agli under 24, visto che il problema, purtroppo, riguarda tutta la popolazione, come aveva già evidenziato un’importante petizione, diretta all’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin da un gruppo di ginecologi e ginecologhe “militanti” del Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole. “Il costo della contraccezione”, si legge nell’appello, “risulta troppo oneroso per tante donne, coppie e famiglie in condizioni di disagio economico, acuite dalla crisi.

La concreta difficoltà di regolare la propria fertilità, programmando e distanziando adeguatamente le gravidanze, ma anche la scelta obbligata del contraccettivo meno adatto, hanno un evidente impatto negativo sulla salute fisica e psicologica di queste donne, accentuando ulteriormente i loro problemi economici e sociali”. Abbassare o azzerare il costo dei contraccettivi per tutti significa dunque migliorare la salute degli uomini ma soprattutto delle donne, come sanno bene altri paesi come Francia, Belgio, Germania.

Poi, certo, servirebbe molto altro: campagna intelligenti e non ideologiche sulla contraccezione e la protezione della propria fertilità, massicci corsi di educazione sessuale nelle scuole, informazioni alla popolazione su salute e riproduzione. Ma intanto non c’è dubbio: la rivoluzione, intanto, può partire da un condom gratuito.

Pagina Facebook: Elisabetta Ambrosi 

www.elisabettaambrosi.com

Non riesco a rispondere a tutti i commenti ma leggo tutto, grazie. 

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