“Io non credo che ci sia un allarme razzismo in questo Paese. Si sta utilizzando questo argomento, perché qualcuno, per sentirsi un po’ di sinistra, deve attaccare Salvini considerandolo di estrema destra“. Sono le parole del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, durante la trasmissione Omnibus, su La7. Commentando la morte del marocchino 43enne ad Aprilia, dopo un inseguimento e il pestaggio per mano di due italiani denunciati poi per omicidio preterintenzionale, Di Maio precisa: “Per quel caso lì tramite le autorità aspetto di capire cosa sia successo veramente”. Poi attacca Pd e Forza Italia, tacciate di non essere più rispettivamente di sinistra e di destra, ma di essere alleate nel Patto del Nazareno. Il ministro M5s si pronuncia anche su Marcello Foa, indicato dal governo alla presidenza della Rai: “È un nome che, con quello di Salini, rappresenta una rivoluzione culturale. La storia di Foa parla da sé. È un giornalista e intellettuale di totale indipendenza ed è sempre stato un po’ fuori dal coro. La Rai ha bisogno di distinguersi un po’, è sempre stato lo strumento che correva in soccorso dei vincitori e adesso deve essere una industria culturale. La Rai ha bisogno di stimoli. Io mi aspetto di capire quali siano le vere ragioni per non votarlo come presidente della Rai. E’ un allievo di Montanelli, ha portato avanti nella sua vita tante battaglie contro le fake news, non solo quelle online, ma anche quelle dei giornali. Fota” – continua – “è uno che ha diretto giornali, è stato a capo di gruppi editoriali. Adesso dicono che non è all’altezza, perché è un sovranista. Voglio ricordare che sovranità è una parola che sta all’articolo Uno della Costituzione, non è una brutta parola, non è una parolaccia. Un Paese che difende i propri interessi non è cattivo, ma finalmente riesce a realizzare gli interessi dei propri cittadini”. E rincara: “Non riesco a comùmprendere questo atteggiamento per cui si considera sempre quello che viene dai cittadini, dai comitati, dalle associazioni sempre una opinione di serie B, perché l’opinione di serie A la devono avere i partiti, i sindacati confederali, i grandi giornalisti del Parioli che passano il tempo a compiacersi delle loro teorie. Se Foa invece viene messo sul piatto come presidente della Rai, è un sacrilegio, perché non appartiene al club degli scacchi o al club Bilderberg di quelli che si sono alternati negli ultimi 10 anni”.

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