In Grecia sono finalmente sotto controllo gli incendi che hanno devastato l’Attica nei giorni scorsi ma i soccorritori cono ancora al lavoro per cercare i sopravvissuti. Il numero delle vittime accertate è attualmente di 80 morti ma le autorità greche precisano che si tratta di una stima ancora provvisoria: “Temiamo di trovare altri cadaveri“, spiega infatti un vigile del fuoco. Risultano inoltre 187 feriti, dei quali 23 sono bambini. Le ricerche si concentrano principalmente nella zona di Mati, incenerita dalla furia delle fiamme. L’unico incendio ancora non contenuto è quello sulle montagne di Gerenaia, a circa 70 chilometri a ovest di Atene ma oltre 280 persone, tra vigili del fuoco e volontari, stanno ancora operando nella zona a nordovest di Atene per spegnere gli ultimi focolai ed evitare possibili riaccensioni. I tecnici hanno iniziato una valutazione sull’agibilità di molte abitazioni, quelle pericolanti vengono segnate di rosso.

La portavoce del comando dei Vigili del fuoco, Stavroula Malliri, ha precisato che centinaia di soccorritori stanno passando casa per casa nelle aree attorno ad Atene più colpite dal fuoco per valutare la presenza di eventuali dispersi, di cui non si conosce il numero esatto. Il giornale Kathemimerini ipotizza che possano essere almeno 40. I parenti di decine di persone che ancora mancano all’appello hanno nel frattempo creato un sito web con informazioni e foto riguardanti i loro cari. Un padre ha chiesto aiuto per localizzare le sue due figlie gemelle viste in un filmato tv scendere a Rafina da una barca che aveva soccorso delle persone su una spiaggia.

Quattro arresti con l’accusa di sciacallaggio
I corpi delle vittime vengono trasferiti all’obitorio di Goudi per le procedure di identificazione. Tra i morti, hanno riferito le autorità ci sono molti bambini. Tutte le vittime sono finora state trovate nella zona tra Rafina e Nea Makri, in particolare a Mati e Kokkino Limanaki, dove le persone sono rimaste intrappolate all’interno delle proprie abitazioni e auto, o sono annegate nel tentativo di sfuggire alle fiamme attraverso il mare. Particolare impressione ha suscitato il ritrovamento di 26 corpi senza vita ritrovati a Argyra Akti, a Mati, ad appena 15 metri dal mare. Si tratta di adulti e bambini che erano su una scogliera. I corpi sono stati ritrovati abbracciati l’uno all’altro.E’ salito a 79 vittime il bilancio ufficiale degli incendi in Grecia, mentre squadre di soccorso sono ancora in cerca di alcune persone disperse. Quattro persone sono state arrestate  con l’accusa di sciacallaggio nel villaggio di Neos Voutzas, non lontano da Mati. Secondo quanto riferito dalla polizia, i quattro – di età compresa tra i 22 ed i 26 anni – sono stati sorpresi all’interno di un’abitazione abbandonata dagli inquilini per sfuggire alle fiamme.  

Il ministro della Protezione civile ellenico Nikos Toskas ha confermato l’arrivo in Grecia di due Canadair italiani, precisando che anche la Romania sta mandando un terzo velivolo per aiutare a spegnere i violenti incendi che continuano a lambire Atene. Il ministro ha detto che gli aerei dovrebbero entrare in azione a breve e che, se necessario, saranno chiesti altri rinforzi ad altri Paesi europei. “Non abbiamo mai avuto prima tante offerte di aiuto per combattere gli incendi”, ha detto Toskas, lodando i Paesi che hanno già offerto solidarietà concreta. Ha poi affermato di ritenere i cambiamenti climatici responsabili della grave situazione creatasi in Grecia, con venti di burrasca mai così forti che hanno alimentato le fiamme. Ma l’ipotesi è che le fiamme abbiano natura dolosa: 15 roghi sono scoppiati contemporaneamente in tre punti diversi dell’Attica. 

Decise misure straordinarie del governo greco
Il governo ha annunciato una serie di misure straordinarie: venti milioni di euro di fondi straordinari per rispondere alle immediate esigenze dei comuni e dei cittadini colpiti dall’emergenza, un conto corrente per le donazioni, rafforzamento della vigilanza. Sarà poi attivato un conto corrente bancario speciale per il supporto alle popolazioni sul quale convogliare contributi pubblici e privati, tenuto conto della grande disponibilità alla solidarietà concreta giunta sia dall’interno del Paese che dall’estero. I fondi raccolti – fanno sapere fonti del governo – saranno utilizzati per la riparazione dei danni materiali. Il contributo statale sarà annunciato nei prossimi giorni al termine delle verifiche sui danni. Il governo prevede poi di rafforzare la vigilanza contro eventuali ‘sciacalli’ nelle zone colpite, dispiegando 19 pattuglie miste di Polizia, Vigili del Fuoco e Forze Armate. Altre misure aggiuntive, di sostegno alle popolazioni colpite, sono state annunciate dal ministero delle Finanze. Nei prossimi giorni saranno poi annunciati i risarcimenti per le famiglie delle vittime. Inoltre, 180 ingegneri del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono già in loco per agevolare la conta dei danni, e domani li raggiungeranno altri 120. Il ministero di Lavoro ha già messo a disposizione strutture per ospitare gli sfollati, mentre unità mobili di psicologi e assistenti sociali sono state allestite per l’assistenza alle persone coinvolte nei roghi o che hanno perso familiari e amici. Infine, la Regione dell’Attica ha creato un apposito centro di coordinamento per i soccorsi e il volontariato. I cittadini che vogliono offrire aiuto possono contattare il numero 0030-2104819.001

Il commissario Ue agli Aiuti umanitari Christos Stylianides ha detto che i 28 assumeranno nuove misure per adeguare la loro risposta ai disastri naturali, esacerbati dai cambamenti climatici. La Macedonia ha offerto 6 milioni di dinari, pari a circa 100mila euro. Il primo ministro macedone Zoran Zaev lo ha annunciato via Twitter, precisando che il denaro sarà a disposizione delle istituzioni greche responsabili per le operazioni anti-incendio. Il governo di Skopje istituirà anche un apposito organismo per monitorare la situazione e coordinare l’assistenza umanitaria. Zaev ha espresso le sue condoglianze al popolo greco e alle famiglie delle vittime.

“Una catastrofe annunciata”
Case costruite nell’anarchia in mezzo ai pini, assenza di piani di evacuazione, servizi pubblici mal organizzati e logorati dall’austerità: l’ampiezza dei danni umani e materiali provocati dagli incendi intorno ad Atene non ha sorpreso gli esperti. Per l’ingegnere idraulico e forestale Nikos Bokaris la località di Mati sulla costa orientale, che è stata totalmente devastata dai roghi, accumulava tutti i rischi dal momento che c’erano alberi, residenti e bagnanti in pochi chilometri quadratidensamente occupati e urbanizzati senza controllo ai piedi di monti ricoperti di boschi. “I pini erano vecchi, molto alti e grandi: tutto il combustibile necessario perché le fiamme si gonfiassero e corressero, rilasciando un enorme carico di calore”, ha spiegato. “Si vede bene per esempio in California: anche in questo Paese, che dispone di enormi mezzi di lotta contro le fiamme, la sfida posta dalla coesistenza di tessuto urbano e foreste è enorme”, sottolinea Kostis Kalambokidis, geografo ed esperto di catastrofi naturali. 

Quello che è mancato e che avrebbe potuto consentire di salvare delle vite è la prevenzione, afferma l’esperta ambientale Christina Theohari. “La prevenzione. Siamo stanchi di dirlo, di ripeterlo, non vediamo mai muoversi niente”, ha spiegato. A cominciare dalla cosa più semplice, cioè un piano di evacuazione, che è tanto più necessario visto che le strade della zona sono strette e mal tenute. Numerose vittime sono rimaste bloccate in intoppi stradali quando è scattato il panico, altre invece sono morte mentre fuggivano verso le scogliere o verso la spiaggia; è questo il caso, pare, delle 26 persone trovate in una villa di Mati.

I racconti dei testimoni
Non abbiamo un futuro, dobbiamo solo pensare al presente” racconta un ragazzo che piantona l’accesso alla villa teatro della strage a Mati, dove sono stati trovati abbracciati i corpi carbonizzati di 26 persone. La collina è ridotta a un cumulo di cenere e fumo, con l’odore acre che rende l’aria irrespirabile. “Questo era l’unico accesso al mare, anche se su un pezzo di scogliera. Sono corsi tutti qui, il fuoco avanzava ovunque e divorava tutto”, racconta ancora il giovane, mentre i familiari – proprietari della villa – e alcuni parenti delle vittime presidiano l’edificio per impedire l’accesso a curiosi e cronisti. “Vergognatevi”, urla qualcuno. “Non sappiamo ancora chi siano le vittime, stanno ancora facendo gli accertamenti. Molti certamente erano i nostri vicini“, spiega un altro ragazzo.

Intanto Caritas Grecia fa sapere di essersi attivata in coordinamento con le autorità locali mettendo a disposizione un primo stock di generi di prima necessità (vestiti, medicine, cibo, ecc.) mentre sta effettuando sopralluoghi nelle zone più colpite per definire nel dettaglio gli interventi di emergenza. “Ogni ora che passa ci rendiamo sempre più conto di quanto sia drammatica la situazione – dice al Sir Maria Alverti, direttrice di Caritas Grecia -, faremo tutto il possibile per tentare di alleviare le sofferenze di chi è stato colpito da questa tragedia, in particolare le famiglie più bisognose”.  Particolarmente difficile la situazione di coloro che, già duramente colpiti dalla crisi economica e indebitati, hanno perso negli incendi sia l’abitazione che il posto di lavoro.

 

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