Cambiano i vertici delle Ferrovie dello Stato. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in un post su facebook ha annunciato di aver firmato la decadenza dell’intero consiglio di amministrazione di Fs “per chiudere con il passato“. Lo scorso 11 giugno l’amministratore delegato Renato Mazzoncini è stato rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta sui contributi pubblici ricevuti da Umbria mobilità, che sarebbe poi stata acquisita dalla Busitalia di cui Mazzoncini era ad. Il cda, chiamato a pronunciarsi in base allo statuto del gruppo, si era espresso contro la decadenza e per la sua permanenza in carica.

Toninelli e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno però deciso per l’azzeramento del consiglio. “Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e qualità dei loro spostamenti””, scrive Toninelli. “E in tutto questo la ‘cura del Ferro ha un ruolo fondamentale”. Il documento di revoca chiede “la convocazione d’urgenza dell’assemblea dei soci per il rinnovo dell’Organo di Amministrazione ovvero di assicurare i presupposti per lo svolgimento di un’assemblea in forma totalitaria da tenersi entro il 31 luglio prossimo”.

Fonti del Mit sottolineano che la decisione non risponde alla logica di una “occupazione di poltrone, ma è il cda che ha in qualche modo costretto, con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento”. Il titolare delle Infrastrutture ha anche ribadito la contrarietà alla fusione con Anas: “Penso che la decisione sia presa: ci manca ancora qualche dato scientifico, qualche studio dai tecnici, ma non c’è alcun motivo per tenerle insieme“.

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